7 OTTOBRE – Angelica Calò Livnè: Quando mi inviti nel tuo kibbutz, nonna?
Da quando sono nati, i miei nipotini non hanno mai ricevuto un fucile giocattolo né pistole di alieni, quelle che si accendono con mille luci e producono rumori allegri, né sparabolle di sapone…al massimo ci è stato permesso, come nonni, di donare un arco con le frecce per ricordare la festa di Lag Baomer. “Vi prego di non portare ai bambini nessun gioco che ricordi la guerra per favore”. Quando il papà è tornato da Gaza ha nascosto l’M16 sotto la giacca. I bambini accarezzano il papà. “Papà, sei un soldato?”. Questi 300.000 papà richiamati, o arrivati immediatamente a Gaza, il 7 ottobre si sono trasformati nel giro di poche ore in soldati. Anche quelli che ormai avevano consegnato le divise, le scarpe e tutto l’equipaggiamento. In questi giorni i nipotini ci chiedono ripetutamente: “Nonna, perché non ci inviti più al kibbutz?”. Per un bambino non c’è niente di più bello dei prati sconfinati, del piccolo zoo dove si possono prendere in grembo leprottini e cincillà, la sala del jimboree e le lasagne calde davanti al Hermon pieno di neve. “Fra un po’ tesoro, quando farà meno freddo E ti preparerò una lasagna personale tutta per te!” E fra me e me penso: “Quando sarò più tranquilla e riaprirò le persiane di casa, e guarderò’ col cuore sereno le colline del Libano.”
Tel Aviv è una città super interessante, specialmente per chi ha l’abbonamento al Museo e alla grande biblioteca Beit Ariela, ma ora là, su tutta la piazza, c’è la ricostruzione dei tunnel di Gaza dove sono tenuti prigionieri parte degli ostaggi. Ci sono banchi con tutte le scarpe, gli occhiali, e gli oggetti personali ritrovati nei boschi vicino a Re’im tra le rovine del Festival Supernova (chi è stato a Majdanek può capire la sensazione che si prova davanti a queste immagini) e tutti i muri intorno sono tappezzati di foto di centinaia di volti. Bring them home. “Ma chi sono questi signori nonna?”. Mi sforzo alla ricerca di risposte. E per ora di risposte non ne abbiamo: potremo festeggiare Purim? Pesach? Attaccheranno? Si calmeranno?
In ogni caso noi siamo pronti e non c’e’ nessuno, nessuno, né cantanti da 4 soldi né giornalisti frustrati, ignoranti e di parte, che possa venire a dirci cosa pensa perché non ci interessa! Siamo noi quelli che devono puntare il dito verso il mondo, siamo noi, con le nostre famiglie che siamo sotto i missili di cui nessuno parla. Siamo noi che stiamo lottando per la nostra sopravvivenza e non per distruggere l’altro!
Angelica Calò Livnè