Gadi Taub: i college hanno perso la bussola

Nell’anno accademico in corso, quasi tre studenti universitari ebrei su quattro hanno sperimentato o visto episodi di antisemitismo nelle loro università. Lo rivela un sondaggio condotto a fine novembre dall’Anti-Defamation League prendendo in esame le risposte di 500 studenti ebrei dei college Usa. Tra loro si è diffuso un senso di insicurezza generato dopo le stragi del 7 ottobre compiute da Hamas dal proliferare di manifestazioni di odio contro Israele e contro gli ebrei in molti campus. Una situazione grave, tanto da arrivare nelle aule del Congresso e scatenare una polemica internazionale. Durante una audizione parlamentare, sono state interrogate le rettrici di tre delle più importanti università americane (Harvard, Penn e MIT).
Tutte e tre hanno confermato l’aumento di antisemitismo nei rispettivi atenei, ma due hanno risposto in maniera “dolorosamente inadeguata” come denunciato dal rabbino americano David Wolpe, quando hanno sostenuto che gli appelli al genocidio ebraico non violano sempre il regolamento ma “dipende dal contesto”. Una replica stigmatizzata dal mondo ebraico americano e israeliano. “Una degenerazione morale, che ci deve preoccupare”, denuncia a Pagine Ebraiche lo storico Gadi Taub. Opinionista conservatore, Taub conosce da vicino il mondo dei college statunitensi. Alla Rutgers University (New Jersey) ha svolto un dottorato di ricerca venti anni fa e già allora, spiega, iniziava ad emergere il problema dell’antisemitismo nelle accademie.
“Una parte degli Stati Uniti ha perso la propria bussola morale. Nella corsa per fare ammenda per il proprio razzismo, per le discriminazioni del passato, il senso di colpa è diventato autoassoluzione, spostando l’attenzione verso l’eterno capro espiatorio: gli ebrei, vittime per secoli di discriminazioni e violenza, ora incolpati di essere bianchi e quindi trasformati nei principali responsabili del razzismo”. Per l’opinionista israeliano, l’origine di questa distorsione risiede nel pensiero dello scrittore americano di origine palestinese, Edward Said.
“Secondo Said tutto ciò che è occidentale è razzista. Il passo successivo è stato incolpare il sionismo di essere l’avanguardia dell’Occidente e quindi l’avanguardia del razzismo e del colonialismo. Gli ebrei, soprattutto israeliani, diventano quindi i peggiori razzisti. Anche quando si difendono, come accaduto dopo le stragi del 7 ottobre. Sono loro i criminali”. Mentre i terroristi di Hamas, che per Taub sono i “nazisti di oggi”, sono identificati nella “narrazione delle vittime: qualsiasi cosa accada, i palestinesi fanno parte di questo gruppo e quindi, secondo quanto insegnato da Said, non sono responsabili di nulla. Nemmeno dei più atroci crimini contro l’umanità, come bruciare bambini, violentare donne, rapire neonati. Solo gli ebrei sono colpevoli”.
Questo modo di pensare, sottolinea Taub, ha creato un’atmosfera intimidatoria nei confronti del mondo ebraico americano, in particolare nelle università. Qui, per garantire la libertà di espressione, non sono stati censurati gli studenti e i docenti che associano il sionismo al nazismo, negano la legittimità dello stato ebraico o parlano di privilegio bianco per sminuire il problema dell’antisemitismo. “Siamo esausti e sotto assedio, nessuno sembra capirci”, ha spiegato uno studente a Bruce Hoffman, già direttore del Center for Jewish Civilization e docente alla Georgetown University. Proprio qui, nella facoltà di Medicina, diversi studenti ebrei hanno denunciato un significativo aumento di episodi di antisemitismo tra i compagni di studi. “I medici devono guarire le persone, sono scienziati che basano la loro pratica su fatti, studi accademici e compassione”, ha protestato con il Times of Israel uno dei futuri medici ebrei della Georgetown University. “Gli studenti di Medicina che diffondono discorsi di odio, propaganda e contenuti antisemiti violano ogni standard etico della nostra professione”.
La preoccupazione è in particolare rivolta al futuro. “Si tratta di giovani che avranno presto il sacro compito di difendere la vita e la salute di ogni paziente: i loro atenei hanno la responsabilità di assicurare che seguano questo impegno fedelmente”, ha commentato Liora Rez, direttore esecutivo di StopAntisemitism.org. Serve una correzione e un intervento più ampio dei vertici accademici, auspica Rez. Taub però è pessimista. “L’audizione al Congresso delle tre rettrici è la dimostrazione di una corruzione morale: non sono possibili ambiguità quando si parla di invocare il genocidio ebraico. E invece non solo è accaduto, ma abbiamo visto manifestazioni studentesche a favore di Hamas. Si legittimano i nazisti di oggi nel silenzio della maggioranza. Si legittima l’antisemitismo genocida e questo accade soprattutto a sinistra. Non vedo come si possa correggere questa narrazione: ormai la macchina dell’odio si è messa in moto”.