7 OTTOBRE – Una petizione e un summit:
Unrwa collusa con i terroristi, va eliminata
È giunto il momento che le Nazioni Unite stacchino la spina all’Unrwa, l’Agenzia dell’Onu per i profughi palestinesi. L’appello arriva dalla ong Un Watch, che si è rivolta con una “call to action” al segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, al presidente degli Usa Joe Biden e agli alti rappresentanti della politica europea, sottolineando che “è tempo di fermare la logica perversa di un’agenzia che perpetua la guerra”.
Dodici membri dello staff Unrwa coinvolti nel massacro del 7 ottobre, 1.200 affiliati a gruppi terroristici. E ancora: 3.000 insegnanti nella rete dell’agenzia iscritti a un gruppo Telegram dove si festeggiava la barbarie appena compiuta nei kibbutz vicino a Gaza. Sono alcuni dei numeri evidenziati dalla ong, promotrice a Ginevra di un summit internazionale. Tra i relatori uno che l’Unrwa la conosce bene, l’avvocato statunitense James G. Lindsay, che ne è stato consigliere legale dal 2000 al 2007, tra i primi a denunciarne le storture nel saggio “Fixing Unrwa: Repairing the UN’s Troubled System of Aid to Palestinian Refugees”. La monografia è uscita 15 anni fa, ma ogni suggerimento “è rimasto finora inascoltato”, ha spiegato Lindsay. Voltare pagina non sarà semplice. “L’Unrwa è nata con l’Assemblea generale delle Nazioni Unite e l’Assemblea stessa può chiuderla, almeno in teoria”, ha detto Lindsay. “Però è difficile che ciò accada. Basti pensare che nel dicembre del 2022 è stato rinnovato un mandato di altri tre anni con appena un voto contrario, dieci astensioni, 157 voti a favore”. Un’altra strada possibile è che le nazioni donatrici rivolgano i loro fondi altrove. Ma anche in questo caso il passato non conforta, ha sostenuto l’ex legale dell’Unrwa, ricordando che “se nel 2018 l’amministrazione Usa ha eliminato ogni sostegno, altri paesi, inclusi quelli europei, li hanno aumentati”.