BOLOGNA – Reshet, le Comunità fanno rete
Creare “una serie di interrelazioni sociali e culturali” tra individui di Comunità vicine è una delle sfide del progetto “Reshet-Rete”, sostenuto dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e con Bologna città capofila. Avviato in settembre e rivolto in particolare a quelle Comunità che non possono usufruire di una presenza fissa di un rabbino, Reshet ha registrato in questi primi mesi di incontri una significativa affluenza di persone provenienti da Ancona e Ferrara, Mantova e Modena, Parma e Verona. Sinagoga gremita anche ieri, per la proiezione del documentario “Culture Ebraiche Lungo la Via Emilia” della regista Bruna Bertani, trasmesso sulla Rai in occasione dello scorso Giorno della Memoria. Tra i protagonisti del documentario c’è anche il padrone di casa, il presidente della Comunità ebraica Daniele De Paz, in carica dal 2013 e oggi al terzo mandato. La candidatura di Bologna quale capofila di Reshet era nata in virtù di “alcune esperienze virtuose” che stanno favorendo la partecipazione degli iscritti a momenti sia conviviali che sinagogali. “Cresce anche tra i partecipanti a Reshet l’idea che il progetto possa funzionare”, dice De Paz.
Referente del progetto è il responsabile locale del culto Marco Del Monte, un giovane romano che la Comunità sta sostenendo nel suo percorso per diventare rabbino. Due i piani paralleli e comunque intrecciati su cui sta procedendo l’impegno di Reshet. Una prima fase “conoscitiva, sociale e soprattutto socializzante”. Una seconda, invece, “più di tipo culturale”.