RUSSIA – La denuncia dell’ex rabbino capo di Mosca:
È tornato il terrore

“Il terrore del periodo stalinista è tornato”. Lo denuncia su Twitter il presidente della Conferenza dei Rabbini Europei ed ex rabbino capo di Mosca Pinchas Goldschmidt.
Fuggito dalla Russia nelle fasi iniziali della guerra contro l’Ucraina e da allora esposto in prima persona contro Putin e i suoi sodali, il rav commenta con queste parole la condanna a due anni e mezzo di “colonia penale” inflitta al dissidente Oleg Orlov, cofondatore e presidente della fondazione Memorial, vincitrice nel 2022 del Premio Nobel per la Pace. “Sono sotto processo per un articolo nel quale ho chiamato ‘fascista’ e ‘totalitario’ il regime politico instaurato in Russia. L’ho scritto oltre un anno fa. Allora alcuni miei amici pensavano stessi esagerando, ma ora è chiaro: non stavo esagerando per niente”, ha dichiarato Orlov prima di essere trasferito nel luogo della detenzione. Un’ulteriore conferma di come la situazione in Russia “si stia facendo sempre più nera”, ha rilevato Goldschmidt, che già negli scorsi giorni aveva indirizzato un messaggio di solidarietà a Yulia Navalnaya, la vedova di Alexei Navalny, definendo “eroica” la vita del marito da poco scomparso. “La sua lotta”, ha sottolineato, “rimarrà nei cuori di tutti coloro che non hanno perso la speranza nella libertà e nell’indipendenza”.
E resta in carcere Evan Gershkovich, il corrispondente da Mosca del Wall Street Journal arrestato a fine marzo del 2023 con l’accusa di essere una spia. Più volte il rav ha rilanciato le iniziative del forum internazionale #IStandWithEvan che ne chiede l’immediata scarcerazione. Lo scorso anno il rav aderì tra le altre alla campagna che suggeriva di lasciare un posto libero al tavolo del Seder, la cena rituale delle prime due sere di Pesach, la Pasqua ebraica. La speranza del rav e di tanti nel mondo è che il prossimo Pesach possa festeggiarlo assieme ai suoi familiari. Senza più sedie vuote né laceranti attese.