FIRENZE – Iniziativa anti-israeliana a Palazzo Vecchio,
la protesta di due consiglieri comunali
“Davanti all’antisemitismo non c’è destra, non c’è sinistra, non c’è centro. Di fronte alle ingiustizie, alle falsità, non bisogna mollare di un centimetro”. Lo ha affermato Emanuele Cocollini, vicepresidente vicario del Consiglio comunale di Firenze e presidente della sezione fiorentina dell’associazione Italia-Israele.
Al cinema Astra è stato proiettato ieri “Le valigie della storia”, l’ultimo lavoro di Luigi Faccini e Marina Piperno: un appassionante viaggio nei ricordi di quest’ultima, produttrice cinematografica di fama e vincitrice del Nastro d’argento alla carriera, che bambina scampò alle persecuzioni nazifasciste. Si trattava di una serata d’impronta culturale, promossa dall’associazione stessa, ma inevitabilmente pensiero e discorsi sono andati all’attualità e in particolare alla protesta della Comunità ebraica fiorentina contro un’iniziativa anti-israeliana che si è tenuta a Palazzo Vecchio lo scorso fine settimana, organizzata dal presidente del Consiglio comunale Luca Milani e in cui si è negato di fatto a Israele il diritto a esistere.
L’ex leghista Cocollini, oggi esponente del gruppo Centro, ha protestato. Lo stesso ha fatto un’altra vicepresidente del Consiglio, Barbara Felleca di Italia Viva, che ieri all’Astra ha di nuovo denunciato le “parole di odio senza contraddittorio” pronunciate in quel frangente. “Mi sono scusata, mi scuso ancora con voi”, ha dichiarato Felleca, ringraziando al tempo stesso “chi fa testimonianza con i libri, il cinema e l’arte” come Piperno e Faccini, introdotti dalla professoressa Gigliola Sacerdoti Mariani.
Alla proiezione del film e alla presentazione del libro che ne è stata la premessa, l’autobiografico “Eppure qualcosa ho visto sotto il sole” edito da All Around, è intervenuto anche il rabbino capo della città Gadi Piperno, evidenziando l’alta “moralità” di cui la vita della produttrice è emblema e ricordando quanto questo concetto fosse caro al rabbino inglese Jonathan Sacks. La moralità in una prospettiva ebraica, sosteneva rav Sacks, si basa su alcuni cardini. Tra cui, ha spiegato Piperno, “la capacità di sacrificarsi per il bene collettivo, il rispetto dell’autorità e quello della sacralità, perché esistono dei principi che non possono essere messi in discussione”.