ANTISEMITISMO – Jesurum minacciato: L’odio antiebraico è esploso il 7 ottobre

“Non ho alcuna paura, ma è stato molto sgradevole. E ti fa riflettere quando alcuni amici ti chiamano, chiedendoti se non vuoi dormire da loro per qualche giorno”. La lettera minatoria e antisemita ricevuta una settimana fa, non ha cambiato la quotidianità di Stefano Jesurum. “Da giornalista, ho seguito in prima linea gli anni di piombo. Non è certo un gesto così vigliacco a impaurirmi”, afferma Jesurum a Pagine Ebraiche. La solidarietà nei suoi confronti è stata trasversale, ma c’è una grande amarezza. “Mi hanno scritto ‘Attento a non diventare una pietra d’inciampo davanti al tuo portone’. Nella mia famiglia non mancano le pietre d’inciampo. Non posso negare il dolore e la rabbia per quella citazione”. La Digos sta indagando per risalire al mittente della minaccia. Difficile capire il movente e l’orientamento di chi l’ha firma, sottolinea Jesurum. “Ma rientra in un clima più generale di grande aggressività e di antisemitismo. Il 7 ottobre ha liberato una violenza antisemita latente che chissà da quanto tempo era rimasta nascosta. In molti si sono sentiti legittimati a esplicitare il proprio odio. Non ci sono più barriere”.
In questa atmosfera tossica Jesurum fa rientrare anche le dimissioni da presidente dell’Anpi provinciale di Milano “dell’amico Roberto Cenati. Se uno come lui, della sinistra vera, deve andare via dall’Anpi per questioni legate al conflitto tra Israele e Hamas, allora dobbiamo preoccuparci”.
Per il giornalista, per anni tra le firme del Corriere della Sera, “c’è troppa ignoranza in giro. Soprattutto tra i giovani. Della questione israelo-palestinese non sanno nulla. Non sanno che i palestinesi avrebbero potuto avere uno stato esattamente nello stesso anno d’Israele se solo non avessero rifiutato la partizione di quella terra”. In merito a quanto sta accadendo in Israele, Jesurum ribadisce la sua posizione: “L’unica via è la soluzione a due Stati. Le stragi del 7 ottobre sono un crimine orrendo e Hamas non vuole chiaramente la pace. D’altra parte il protrarsi di questa guerra fa male. Fanno male le migliaia di vittime civili palestinesi”.