FEMMINICIDIO – Inviata Onu ammette violenze con mesi di ritardo Gerusalemme richiama ambasciatore “per consultazioni”
Le prove delle violenze sessuali compiute dai terroristi palestinesi il 7 ottobre sono state quasi immediatamente documentate. Nonostante questo, le organizzazioni internazionali si sono trincerate a lungo in un colpevole silenzio. L’assenza di condanne da parte ad esempio della UN Women, l’ente delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere, si è fatta notare. Ora Israele spera in un’inversione di rotta grazie al rapporto dell’inviata Onu per le violenze sessuali Pramila Patten. In 24 pagine Patten descrive gli stupri, le torture e le violenze del 7 ottobre contro le vittime israeliane. Inoltre l’inviata Onu, presentando ieri il suo lavoro, ha dichiarato di avere “informazioni chiare e convincenti sul fatto che sono state commesse violenze sessuali, tra cui stupri, torture sessuali, trattamenti crudeli, inumani e degradanti contro gli ostaggi tenuti in prigionia nella Striscia da Hamas”. E ci sono “ragionevoli motivi” per ritenere che questi crimini siano attualmente in corso contro i rapiti ancora imprigionati a Gaza. Per il presidente israeliano Isaac Herzog il report di Patten è “di enorme importanza”. Hamas e i suoi alleati, sottolinea Herzog, “tentano di negare e sfuggire a questa terribile vergogna, ma non ci riusciranno, poiché le prove sono chiare e sconvolgenti”. L’obiettivo comune, conclude il presidente, deve portare al “ritorno a casa di tutti i rapiti. Come dimostra il rapporto, sono costantemente in chiaro e immediato pericolo per la loro vita”.
Per l’ambasciatore d’Israele all’Onu, Gilad Erdan, le Nazioni Unite non possono più nascondersi. “Ci sono voluti cinque mesi all’Onu per riconoscere finalmente gli orribili crimini sessuali avvenuti durante l’assalto di Hamas del 7 ottobre”, ha dichiarato Erdan. “Ora la vergogna del silenzio delle Nazioni Unite, che non tengono nemmeno un’udienza sulla questione, grida vendetta”. Erdan è stato richiamato dal ministro degli Esteri Israel Katz per valutare come andare avanti sulla questione. Il ministro ha contestato la scelta del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres di non convocare una riunione del Consiglio di Sicurezza per “dichiarare Hamas un gruppo terroristico e imporre sanzioni ai suoi sostenitori”. Israele, ha aggiunto, non ha ancora sentito “una parola” dal capo delle Nazioni Unite sul rapporto, aggiungendo: “Guterres, svegliati”.
(Nell’immagine, un murales a Tel Aviv)