MEMORIA – A Mereto di Tomba rivive la storia della famiglia Gentilli
Non capita tutti i giorni di scoprire come la Storia – quella con la maiuscola che siamo solitamente abituati a studiare sui libri di scuola – si sia intrecciata così da vicino con la storia quotidiana del proprio paesino di periferia, in apparenza così distante dai grandi eventi che segnano la vita di una intera nazione. Leggendo quasi per caso un paragrafo in appendice a un libro sulle sinagoghe italiane, è iniziato un percorso di ricerca storica che ha restituito al Comune di Mereto di Tomba (UD) e ai suoi cittadini una propria pagina totalmente inedita e rimasta nascosta per oltre 80 anni nell’oblio e nell’indifferenza collettiva.
La storia è quella di Moisè Vittorio Gentilli e di sua moglie Norma Stella Colombo. Dagli sforzi compiuti nell’arco di un anno abbondante su una ventina tra archivi ebraici, civili e privati di diverse città italiane e straniere, è stata ricostruita meticolosamente la loro vita con le fonti primarie e secondarie a disposizione.
Moisè Vittorio apparteneva all’illustre famiglia ebraica dei Gentilli (Chefetz in ebraico) originaria di San Daniele del Friuli; famiglia che ha prosperato per oltre quattro secoli in diversi campi a partire dal Cinquecento. Nato a Mereto di Tomba (UD) nel 1894 dopo che i genitori si erano stabiliti lì per estendere le proprie attività commerciali, Moisè Vittorio continua a gestire il negozio di liquori, spezie e beni di prima necessità del padre Felice dopo la sua morte. Si sposa nel 1921 a Padova con Norma e poi nel 1930 la coppia si stabilisce a Venezia dove insieme gestisce la Casa di Riposo Israelitica in Campo del Ghetto Nuovo. Catturati il 2 dicembre 1943 a Olgiate Comasco mentre tentano di fuggire in Svizzera per scampare ai rastrellamenti nazifascisti, sono internati a Fossoli di Carpi, da dove il 22 febbraio 1944 sul Convoglio 8 sono mandati alla morte ad Auschwitz assieme ad altri cinque familiari. Nessuno fa più ritorno.
La loro vicenda è stata presentata lo scorso 21 gennaio in Sala Comunale a Mereto di Tomba in una conferenza in dieci quadri offerta dal professor Valerio Marchi e dal sottoscritto. Cinque illustrazioni su cinque luoghi di vita cari alla coppia Gentilli sono state commissionate all’artista emergente Davide Merello e distribuite al pubblico in formato cartolina. Sul retro, vi era una lista di trenta libri e cinque visite suggerite per approfondire in modo organico spunti di vita ebraica in italiano. Il pomeriggio si è concluso con la posa di due pietre d’inciampo a loro perpetua memoria di fronte all’abitazione dei due coniugi, dopo aver ascoltato il Salmo 123 e due violiniste del Conservatorio di Musica Jacopo Tomadini mentre suonavano Gerusalemme d’oro di Naomi Shemer.
All’evento ha partecipato un nutrito gruppo di persone che, con curiosità, si sono finalmente riappropriate di questa storia. Folta la presenza di bambini e ragazzi. Hanno preso parte anche rappresentanti dell’Ugei, della Comunità ebraica di Trieste, della Regione Friuli-Venezia Giulia, e dei Comuni di Olgiate Comasco (CO) e San Daniele del Friuli (UD).
Denis Passalent, Melbourne