ISRAELE – Relatrice Onu su femminicidio nega missili su Israele

“Vi bombardano? Ogni giorno? Ma se davvero questo è ciò che succede dovreste segnalarlo all’ufficio ‘procedure speciali’ (dell’Onu) così vediamo cosa possiamo fare”. È rimasto allibito il giornalista israeliano Bar Shem-Ur che per il programma televisivo HaZinor ha intervistato giorni fa Reem Alsalem, la Relatrice speciale dell’Onu sulle violenze contro le donne e le ragazze. Già consulente di UN Women, dell’Alto commissariato Onu per i profughi e dell’Unicef, l’egiziana Alsalem, studi al Cairo e a Oxford, è caduta dal pero quando la conversazione con il giornalista israeliano ha toccato il tema del bombardamento delle città israeliane. Un problema che non è sorto il 7 ottobre ma almeno una ventina d’anni fa, tant’è che l’industria della difesa israeliana si è specializzata nella produzione di sistemi antimissile per proteggere la popolazione ora dai razzi artigianali, poi dai missili a corto e medio raggio, fino a quelli balistici in arrivo anche dal lontano Yemen.
Solo due giorni fa Hezbollah ha esploso 30 missili contro il nord d’Israele, ma Alsalem non lo sapeva. Nella sua conversazione con Bar Shem-Ur, la relatrice Onu usava però la parola “genocidio” per indicare la guerra scatenata da Israele contro Hamas dopo la mattanza di civili lo scorso 7 ottobre. Non sorprende che l’Onu sia così lenta nel riconoscere che Hamas si sia macchiata di atti di femminicidio cinque mesi fa nel sud d’Israele. Sono i funzionari come Alsalem ad assicurarsi che il Palazzo di Vetro si occupi di quello che non esiste, ignorando bellamente i fatti. Contro Israele si può fare.

(dan.mos.)