MEMORIA – La Giornata dei Giusti fra Milano e Ferrara
Gabriele Nissim: È tempo di ribellarsi alla rassegnazione

La memoria del bene è un potente strumento educativo per contrastare l’odio e la violenza. Per questo, spiega il presidente di Gariwo (la Foresta dei Giusti) Gabriele Nissim, è importante celebrare ogni 6 marzo la Giornata dei Giusti. Come da tradizione, anche quest’anno Milano lo ha fatto ritrovandosi nel suo bosco sul Monte Stella. “Siamo molto fortunati a celebrarlo qui. Dobbiamo essere consapevoli del grande privilegio della nostra gioia. In tanti paesi del mondo non è possibile ritrovarsi liberamente, esprimere le proprie opinioni, dialogare con gli altri da differenti punti di vista”, ha ricordato Nissim nel corso della cerimonia odierna. Un appuntamento curato dall’Associazione per il Giardino dei Giusti di Milano, di cui fanno parte la Fondazione Gariwo, il Comune di Milano e l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. “Memoria e responsabilità. L’esempio dei Giusti davanti alle sfide del nostro tempo” è il titolo dell’edizione di quest’anno in cui sono stati onorati Altiero Spinelli, Vera Vigevani Jarach, Jurij Dmitriev e Narges Mohammadi. Quattro figure accomunate dall’impegno di combattere in prima persona contro l’ingiustizia. “Molti pensano che per il nostro quieto vivere dobbiamo voltare la testa dall’altra parte e che dobbiamo accettare quello che ci accade attorno”, ha sottolineato Nissim, parlando delle violenze di regime come quello iraniano e russo. Ma “se rimaniamo in silenzio, anche le nostre vite saranno sommerse. È tempo di ribellarci a questa rassegnazione”, l’appello lanciato dal presidente di Gariwo.
Per Giorgio Mortara, rappresentante dell’Ucei, “la luce dei Giusti irradia l’intera umanità e rappresenta un formidabile paradigma sia in tempo di pace che in tempo di crisi, quando il buio cala sul nostro mondo”. Un modello valido ancora oggi, come ribadisce l’appuntamento odierno organizzato al Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah di Ferrara per celebrare il 6 marzo. A partire dal concetto ebraico del Tikkun Olam – richiamo alla missione di perfezionare e riparare il mondo – al Meis si raccontano tre storie di uomini e donne nominati dallo Yad Vashem Giusti tra le nazioni per aver salvato la vita di ebrei durante la Shoah. Si tratta di Guido Ucelli di Nemi e Carla Tosi, coppia di imprenditori illuminati che aiutarono decine di perseguitati a fuggire in Svizzera; di Nazzareno Gennaretti e Maria Fava, marito e moglie che accolsero nella loro casa nelle Marche la famiglia Sermoneta-Ottolenghi, sfuggita nella capitale alla razzia del 16 ottobre; Autorina Severini Molinari e Nicoletta Mantovani, che a Roma, al civico 18 di via del Corso, nascosero per nove mesi Guido Zabban in una stanzetta fra la portineria e il primo piano.

(Nell’immagine il nipote di Vera Vigevani Jarach, Marco Vigevani, ritira la menzione per la nonna