MUSICA – Addio a Weinstein, il liutaio della Memoria

Il liutaio israeliano Amnon Weinstein ha consacrato molti anni della sua esistenza a una missione: restaurare strumenti musicali appartenuti ad artisti assassinati nella Shoah, focalizzando le proprie cure su violini, viole e violoncelli. Non solo li ha riportati all’originario splendore, recuperandoli talvolta anche da luoghi impensabili, ma li ha fatti di nuovo suonare in pubblico. Per la prima volta da allora.
Nato a Tel Aviv nel 1939, Weinstein è morto ieri all’età di 84 anni. Speciale il suo legame con l’Italia: si era formato a Cremona, la città di Stradivari. Era stata invece Roma ad accogliere nel 2014 il debutto del concerto “I violini della speranza” curato da Viviana Kasam e Marilena Citelli per conto dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Un format che ha poi fatto il giro del mondo, con dodici violini e un violoncello “sopravvissuti alla Shoah” in scena e in sala platea emozionate e commosse ad ascoltarli. “Ricordo che andai a trovarlo a Tel Aviv. Mi fece un’impressione straordinaria, anche dal punto di vista umano”, racconta Kasam a Pagine Ebraiche. “Ne parlai con l’allora presidente Ucei Renzo Gattegna e nacque questa serata. Fu una scommessa, perché all’epoca Weinstein era poco conosciuto. Ma la scommessa fu vinta e fu anche l’inizio di un legame profondo”. Scopo primario di Weinstein “era porre un’ideale lapide su tombe che non ci sono né mai ci saranno, facendo memoria viva dei tanti musicisti uccisi nei campi di sterminio; di ogni violino ricostruiva la storia, ogni strumento era per lui come un figlio”. Era in definitiva “un uomo fantastico, un liutaio vecchio stile con un grande cuore, una figura ponte tra Israele e Italia”. A piangerne la scomparsa è anche il pianista Francesco Lotoro, anima della Fondazione Istituto di letteratura musicale concentrazionaria di Barletta, che in una nota ricorda come a Weinstein, nato da genitori lituani, si deve “il recupero, restauro e ritorno alla vita di decine di strumenti ad arco confiscati a musicisti ebrei durante i rastrellamenti”. La Fondazione ha annunciato anche la morte di Hilde Zimche Gruenbaum, 101 anni, violinista e copista dell’orchestra femminile di Birkenau. Con loro scompaiono “due protagonisti del recupero di materiali musicali degli ebrei d’Europa durante il Reich” e “della vita musicale nei lager”.