TEATRO – Alessandro Albertin porta in scena Giorgio Perlasca

“Non presento Giorgio Perlasca in modo idealizzato, come fosse un supereroe. Cerco di raccontare un individuo con un passato complesso e scomodo da fascista. Un passato mai rinnegato. Ma allo stesso tempo racconto il coraggio della sua scelta di contrastare l’orrore nazista, di aiutare centinaia di ebrei a Budapest”. Per l’attore Alessandro Albertin è importante cogliere tutte le sfumature di Perlasca. Come questo commerciante italiano nel settore alimentare si fece passare a Budapest per diplomatico spagnolo per aiutare gli ebrei a fuggire alle deportazioni. Utilizzando documenti falsi e negoziando con le autorità ungheresi e tedesche, riuscì a salvare migliaia di persone, offrendo loro rifugio nelle case protette dall’ambasciata spagnola. “È una storia sul libero arbitrio. Una vicenda che parla al presente e interroga ognuno di noi, in quanto esseri umani, sulla possibilità di scegliere tra il bene e il male”, racconta Albertin a Pagine Ebraiche. Da anni l’attore porta nei teatri e nelle scuole d’Italia il suo spettacolo “Perlasca. Il coraggio di dire no”, un monologo in cui dà voce al Giusto tra le nazioni così come ad altri personaggi vicini a lui. Il messaggio del testo teatrale, costruito da Albertin, arriva in modo chiaro in particolare ai ragazzi. “Devo dire che gli studenti danno sempre risposte molto positive, si emozionano, capiscono il significato dello spettacolo. A Torino di recente si sono alzati in piedi per applaudire e fa sempre piacere. Come colpisce vederli in lacrime o quando mi vengono a ringraziare. Vorrebbero forse ringraziare Perlasca: non potendo lo fanno attraverso di me”. Una studentessa in particolare, aggiunge, lo ha segnato. “Era una ragazza di 16 anni e mi ha scritto: ‘Ho già toccato con mano due volte istinti suicidi. Dopo aver visto il suo spettacolo, dopo avere conosciuto la storia di Perlasca, ho capito finalmente il valore della vita’. Sono rimasto senza fiato. È forse l’esempio più significativo di come questa storia possa entrarti dentro e cambiarti”. Ora in Sicilia, Albertin, dopo aver messo in scena quasi trecento volte il suo monologo, lo porterà il 12 e 13 marzo a Novara per poi fermarsi questa stagione. “Ma penso che riprenderemo anche la prossima. È una storia che vale sempre la pena mettere in scena”.