SPORT – Maratona di Gerusalemme, la corsa di Orr e di Itzik
Gerusalemme – Orr Sheizaf ha 34 anni e vive a Mitzpe Ramon, nel deserto del Negev. È un educatore e runner professionista. In uno scontro a fuoco con i terroristi di Hamas a Gaza è stato ferito agli arti sia inferiori che superiori. Orr è in riabilitazione e cammina oggi con l’ausilio delle stampelle. Itzik Wexler di anni ne ha 41, è di Gerusalemme e ha cinque figli. Di professione fa il personal trainer, tra gli altri del sindaco della città Moshe Lion. Anche lui è stato ferito nel corso di un’azione militare nella Striscia e a oggi non sa ancora riacquisterà l’udito dall’orecchio sinistro. Domani mattina saranno entrambi al via della maratona di Gerusalemme, che si aprirà con un toccante omaggio alle vittime del 7 ottobre e con il pensiero rivolto sia agli ostaggi ancora nelle mani di Hamas sia ai soldati che stann impegnati a difendere il diritto di Israele a esistere.
Orr prenderà parte alla “community run”. Itzik alla cinque chilometri, con al fianco il sindaco Lion. “Voglio tornare a correre come facevo un tempo. Ci vorrà ancora un po’ di pazienza, ma sono ottimista. La maratona di Gerusalemme l’ho corsa la prima volta nel 2017. Oggi ci torno in modo simbolico, ma è per me importante esserci. Anche per onorare la memoria di chi non c’è più, di chi ha perso la vita in questa lotta contro il terrorismo che Israele combatte anche a difesa dell’Occidente”, ha dichiarato Orr durante un incontro con la stampa internazionale. All’alba del 7 ottobre si era alzato presto ed era uscito ad allenarsi. Al ritorno a casa un paio di ore dopo “gli eventi hanno preso una piega molto veloce: sono stato convocato immediatamente come riservista e in tarda mattinata ero già in servizio nei luoghi della tragedia”. In particolare al kibbutz Kissufim, dove il 12 “c’è stato uno scontro a fuoco con un terrorista nascosto in un’abitazione: purtroppo alcuni miei compagni sono stati feriti in modo grave e uno ha perso la gamba”. Sheizaf ha poi servito dentro Gaza ed è lì che è stato ferito, in un’azione in cui sono morti cinque soldati. Anche nei primi giorni della riabilitazione, ha raccontato, “ho sempre avuto un pensiero fisso: tornare a correre, perché è quello che più amo fare”.
Commovente anche la testimonianza di Itzik Wexler, a capo di un’unità speciale in azione nei pressi del campo profughi di Jabalya nel nord di Gaza. Itzik ha già combattuto nella guerra del Libano del 2006 e anche stavolta ha visto morire compagni e amici. Correrà anche “pensando a loro, perché il loro ricordo sia di benedizione”, ha affermato durante la conferenza stampa, sottolineando come dopo l’aver visto la morte in faccia la sua vita sia cambiata: “Da allora ho imparato ad apprezzare e godere di ogni singolo momento”.