TERRORISMO – Tre arresti all’Aquila

Tre palestinesi, residenti all’Aquila, sono stati arrestati questa mattina con l’accusa di associazione con finalità terroristiche, anche a livello internazionale, e di sovversione dell’ordine democratico. Gli agenti della Digos dell’Aquila, insieme al personale del Servizio per il contrasto all’estremismo e al terrorismo internazionale della Direzione centrale della polizia di prevenzione, hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip. L’accusa fa riferimento alla creazione di una struttura operativa militare chiamata “Gruppo di risposta rapida – Brigate Tulkarem”, parte delle “Brigate dei Martiri di Al-Aqsa” (riconosciuta dall’Unione europea come organizzazione terroristica), che mirava a compiere atti di violenza con fini terroristici, anche contro lo Stato di Israele. Secondo l’accusa, gli arrestati avrebbero promosso proselitismo e propaganda per l’associazione, pianificando attentati contro obiettivi civili e militari all’estero.
C’è “soddisfazione per la cattura all’Aquila di tre pericolosi terroristi, operazione che conferma il continuo impegno e la grande capacità investigativa delle nostre Forze dell’ordine”, ha dichiarato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, commentando l’operazione della Polizia di Stato, coordinata dalla Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, che ha consentito di assicurare alla giustizia alcuni cittadini palestinesi, membri di una cellula militare legata alle “Brigate dei Martiri di Al-Aqsa”, che pianificavano attentati, anche suicidari, verso obiettivi civili e militari anche contro uno Stato estero. “Alle Forze di polizia ed alla magistratura va il mio ringraziamento per questo importante risultato che testimonia la costante azione di monitoraggio e prevenzione realizzata sul fronte dell’estremismo e della radicalizzazione”, ha concluso il titolare del Viminale.
Successivamente è emerso che uno degli arrestati è Anan Yaeesh (raggiunto dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere). Il palestinese Yaeesh, 37 anni si trova già nel carcere di Terni dal 27 gennaio scorso su richiesta delle autorità israeliane che vorrebbero l’estradizione. Anan Yaeesh è difeso dall’avvocato romano Flavio Rossi Albertini che domani discuterà davanti alla Corte d’Appello dell’Aquila dopo la richiesta di revoca e presenterà anche una nuova istanza.

Stefano Piazza

(Nella foto: una mappa dell’Italia con una bandiera islamica su Roma e il Vaticano e un appello a ricostruire il califfato. L’immagine è stata ritrovata a Khan Younis)