DAI GIORNALI DI OGGI
Bokertov 12 marzo 2024

I tre palestinesi arrestati ieri in un’operazione antiterrorismo a L’Aquila erano “noti da tempo” alle autorità, spiega al Quotidiano nazionale l’esperto di terrorismo Lorenzo Vidino. I tre, secondo l’accusa, pianificavano attentati in Israele e Cisgiordania. “Non sono degli sprovveduti”, sottolinea Vidino. Per l’esperto non si può escludere progettassero “anche azioni in Italia. Posso ipotizzare nei confronti di obiettivi ebraici, delle comunità ebraiche in Italia, magari non l’ambasciata di Israele che è molto ben protetta, ma qualcosa di più soft. Ma, a differenza dell’attività pianificata all’estero, siamo al livello delle ipotesi”.

Il Sole 24 Ore descrive le tensioni a Gerusalemme in occasione del mese sacro del Ramadan (10 marzo), in particolare legate alla Spianata delle Moschee o Monte del Tempio. Hamas, ricorda il quotidiano, ha usato il luogo come giustificazione dei massacri del 7 ottobre, sostenendo di aver attaccato per difendere la moschea al-Aqsa. Ora le autorità israeliane sono molto attente a gestire i flussi di fedeli. Ma questo Ramadan, scrive il Sole, “rappresenta anche un test sull’autorevolezza del premier Benjamin Netanyahu, sempre più isolato sul fronte internazionale e tenuto sotto scacco dagli oltranzisti del suo governo. Le prossime settimane ci diranno se Bibi riuscirà a tenere a freno le provocazioni di Ben Gvir ed il fanatismo della destra sionista religiosa. Questi sono i pericoli che possono essere prevenuti”.

Lascio il Pd perché sdogana il termine genocidio su Gaza, così si scatena l’antisemitismo”. Così il consigliere comunale dei Pd ed esponente della Comunità ebraica di Milano, Daniele Nahum, annunciando la sua decisione di uscire dal partito. L’uso di “genocidio è falso e pericoloso”, ha affermato Nahum, “ha scatenato una ondata di antisemitismo mascherata da antisionismo che non avevo mai vissuto in 41 anni di vita. C’è la volontà in chi la utilizza di comparare gli ebrei ai nazisti” (Repubblica e Corriere Milano).

Sulla facciata di Palazzo Marino è stata esposta la bandiera della pace con la scritta “Cessate il fuoco ora”. Per il presidente della Comunità ebraica di Milano Walker Meghnagi la bandiera “è un esempio di atteggiamento fintamente equidistante, visto che riporta la dicitura ‘Cessate il fuoco ora’ senza spendere una parola verso gli ostaggi” (Repubblica Milano).

Intervistato dal Corriere della Sera dopo la vittoria dell’Oscar con il suo “La zona d’interesse”, tratto dall’omonimo libro di Martin Amis, il regista Jonathan Glazer spiega: “Questa storia ci riguarda, la cosa che più spaventa è che potremmo essere come quei due. La possibilità che persone normali diventino mostri è nella natura umana. Volevo che le nuove generazioni scoprissero l’Olocausto attraverso un film, che pone domande sul nostro rapporto con la violenza sistematica, l’oppressione e l’ingiustizia”.

Sui giornali si discute delle parole pronunciate sul conflitto in Medio Oriente da Glazer ritirando l’Oscar. “In questo momento, siamo qui come uomini che rifiutano la loro ebraicità e l’Olocausto sia dirottata da un’occupazione, che ha portato al conflitto per così tante persone. Che si tratti delle vittime del 7 ottobre in Israele o dell’attacco in corso a Gaza, tutte le vittime di questa disumanizzazione”. Per Fiamma Nirenstein (Giornale) “l’unico sequestro qui è quello del buon senso e dei diritti umani, per cui alla fine il bravo regista sta dalla parte di un pogrom cui vi è paragone solo a Kisinev o nelle stragi naziste”.

Dopo le esternazioni antisemite di Massimo Ceccherini, diversi quotidiani criticano quanto scritto sui social da Sabrina Ferilli: “Se dovesse vincere La zona d’interesse, so perché vincerebbe, non certo perché è un film migliore di Io capitano”. Nella sua rubrica sul Corriere Massimo Gramellini spiega “La zona d’interesse racconta la miopia del nostro sguardo, la meschineria di chi non alza mai la testa dalle proprie rassicuranti certezze. Insomma, più che un film ‘sugli ebrei’, è un film su chi pensa che La zona d’interesse abbia vinto perché parla di ebrei”.

L’Israele che si oppone a Netanyahu ha bisogno della sinistra”. A dirlo Anna Foa, in una lunga intervista a l’Unità in cui si parla di politica e conflitto e del manifesto “Dal 7 ottobre alla pace”, di cui la storica è tra i firmatari. “Con dolore, io penso, da donna di sinistra, che esista anche una sinistra contro Israele”, afferma Foa. In un altro passaggio, aggiunge: “credo che l’Israele che si oppone a Netanyahu, che denuncia l’occupazione, che mantiene rapporti con i palestinesi, abbia bisogno del sostegno della diaspora, e questa è la ragione principale che mi ha spinto a firmare questo manifesto”.

Secondo un libro in uscita firmato dall’anchorman della Cnn Jim Sciutto, Donald Trump, quand’era presidente, avrebbe espresso apprezzamenti per diversi dittatori, tra cui Adolf Hitler. “Ha fatto anche cose buone”, avrebbe detto, scrive il Corriere, al suo ex capo di gabinetto John Kelly, che lo ha raccontato a Sciutto.