ISRAELE – 100 missili dal Libano, Israele colpisce Hezbollah, Beirut teme la guerra
I media israeliani definiscono “dialogo del fuoco” lo scontro in corso tra Israele e Hezbollah. Negli ultimi cinque mesi lo scambio di attacchi e risposte è stato costante. Dopo le stragi del 7 ottobre i terroristi libanesi sono scesi al fianco di Hamas per impegnare Tsahal sul fronte nord. L’esercito israeliano ha reagito colpendo sempre più in profondità le infrastrutture dei suoi nemici nel paese dei Cedri. Nelle ultime ore i suoi caccia hanno bersagliato l’area centrale di Baalbeck. Da qui, hanno spiegato i portavoce militari, erano partiti alcuni droni con esplosivi usati da Hezbollah per colpire oltreconfine. Mentre Israele replicava, Hezbollah ha sparato una raffica di cento missili, per lo più intercettati o caduti in aree disabitate. “Il fatto che gli attacchi missilistici di Hezbollah si concludano quasi sempre senza vittime e senza danni significativi alle infrastrutture è fuorviante”, spiega l’analista militare dell’emittente N12 Guy Varon. “L’organizzazione terroristica ha finora scelto di lanciare razzi statistici e non utilizza i razzi ad alta precisione di cui dispone. Se Hezbollah decidesse di passare a questi ultimi, potrebbe causare molte vittime, ma anche l’inizio ufficiale di una campagna militare d’Israele nel nord”. Un’opzione più volte ventilata da Gerusalemme, soprattutto agli alleati americani, impegnati a mediare con Beirut per cercare di evitare l’escalation. Un quotidiano libanese riferisce di ultimatum inviato da Israele al leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah: un accordo politico per un cessate il fuoco deve arrivare entro il 15 marzo. Dopo, Tsahal intensificherà le sue operazioni al nord. Intanto sul versante opposto, riferisce Varon, è iniziata una campagna per evitare che il Libano sia trascinato in un conflitto aperto. “Nell’opinione pubblica sono iniziate mobilitazioni e proteste sotto lo slogan ‘Il Libano non vuole la guerra’“. I prossimi giorni, aggiunge l’analista, saranno decisivi.
A New York intanto si è tenuta un’udienza speciale delle Nazioni Unite sulle violenze sessuali commesse da Hamas il 7 ottobre. Un appuntamento atteso da Israele, rappresentato dal ministro degli Esteri Israel Katz. Il ministro ha chiesto al Consiglio di sicurezza dell’Onu di “condannare i crimini di violenza sessuale” compiuti dai terroristi palestinesi e di “esercitare la massima pressione possibile affinché rilasci immediatamente e senza condizioni tutti gli ostaggi rapiti”.
(Nell’immagine il capo di stato maggiore Herzi Halevi visita il confine settentrionale)