MILANO – Dallo Shabbat alle domande sulla Torah, ebraismo protagonista al Festival della Spiritualità

Il significato dello Shabbat, l’approccio allo studio della Torah, l’idea di umanità di Martin Buber.
Domenica prossima (17 marzo) a Milano sarà una giornata nel segno dell’ebraismo. Tre gli appuntamenti al Memoriale della Shoah dedicati alla cultura ebraica e parte della prima edizione di “Soul”, il Festival della spiritualità promosso dall’università Cattolica e dall’arcidiocesi di Milano.
Il primo incontro al Memoriale sarà un dialogo tra Davide Assael, presidente dell’Associazione Lech Lechà, e il filosofo Silvano Petrosino sullo Shabbat (ore 12.00). Nell’odierna società accelerata è difficile ritagliare pause di sospensione da ogni forma di produzione, sottolineano Assael e Petrosino presentando l’appuntamento. Per questo lo Shabbat rappresenta un momento di sospensione importante. “Un ozio comandato che rallenta il quotidiano per vederne meglio la luce”.
Al centro del secondo appuntamento, una lezione del rabbino capo di Milano Alfonso Arbib sull’approccio ebraico allo studio della Torah (ore 15.00). Un approccio fatto di domande, di interpretazioni possibili, di esame approfondito del testo. Tra gli spunti dell’intervento del rav, il passo talmudico in cui si paragona l’impegno nello studio delle scritture a un martello che batte sulla roccia. L’impatto produce una grande quantità di scintille e quelle scintille sono le varie interpretazioni del testo.
A concludere la giornata al Memoriale, un viaggio tra musica e parole nella filosofia di Martin Buber a cura di Manuel Buda e Valeria Cantoni Mamiani (ore 17.00). A fare da centro di gravità dell’incontro il saggio di Buber “Il cammino dell’uomo” in cui il pensatore, tra racconti chassidici e riflessioni sapienziali, presenta una sua idea di umanità e di sviluppo della propria identità.