SOLIDARIETÀ – Raccolta fondi di Giulia Temin per il kibbutz Holit

Situato a poco più di un chilometro dal confine con Gaza, il kibbutz Holit ha pianto in ottobre 15 vittime tra residenti e lavoratori stranieri massacrati da Hamas. Una piccola comunità di una cinquantina di famiglie oggi costrette a reinventarsi, sfollate nella regione del Mar Morto in attesa di tempi migliori. Quelli per cui si sta battendo l’architetta Giulia Temin, milanese di nascita, israeliana di adozione, che arrivò volontaria a Holit all’età di 19 anni e che nel kibbutz ha lasciato il cuore. “Mi sono innamorata subito di Holit. Lì ho conosciuto mio marito; lì vive la sua famiglia”, ha raccontato in autunno a Pagine Ebraiche, di ritorno nella sua città di origine per portare una testimonianza e lanciare alcuni progetti di solidarietà. Progetti che continuano a crescere e che la promotrice illustrerà in nuovi incontri italiani, sotto l’egida del Keren Kayemeth Le Israel che sta sostenendo la sua raccolta fondi. Il primo evento si terrà a Roma questa sera, organizzato dai movimenti giovanili ebraici Hashomer Hatzair e Bené Akiva. Con Temin ci sarà anche il suocero Shimon Azoulay, noto come “Kish”, che ha difeso il kibbutz combattendo contro i terroristi. “Holit è un kibbutz meno conosciuto di altri nella zona e forse per questo ha ricevuto finora meno aiuti. Da fare c’è però molto e non mi riferisco alla sola ricostruzione delle case bruciate. I progetti da sostenere riguardano lo sviluppo di iniziative educative e di messa in sicurezza degli edifici pubblici. Per convincere le persone a tornare, quando sarà possibile, servirà un investimento affinché la qualità della vita sia più alta”, sottolinea Temin. Holit è un kibbutz con tanti giovani e provenienze: yemeniti, marocchini, iracheni, argentini, statunitensi. Una “piccola comunità in cui ci si aiuta a vicenda, dove c’è tanto lavoro da fare e dove tanto è anche il sudore necessario per rendere la sabbia fertile”. Fu fondato nel 1977 nel deserto del Sinai ed è stato trasferito dove è ora nel 1982, nel quadro degli accordi di pace israelo-egiziani. “È un luogo speciale che entra nelle corde di chiunque lo visiti. Siamo orgogliosi di essere al fianco di Giulia e per ogni donazione ricevuta erogheremo noi stessi il medesimo importo”, spiega Liri Eitan Drai, la direttrice della sezione italiana del Fondo Nazionale Ebraico. Una delegazione del KKL Italia è stata di recente in Israele, recandosi a Holit e incontrando alcuni dei suoi sfollati. “Nonostante la guerra nelle immediate vicinanze e nonostante il pericolo rappresentato dalla presenza di possibili tunnel nel sottosuolo, la loro speranza è di tornare al più presto a casa”, afferma la dirigente del KKL. “Faremo di tutto per aiutarli a realizzare il loro sogno di normalità“.