DAI GIORNALI DI OGGI Bokertov 19 marzo 2024
«La situazione nelle università è talmente grave che ci aspettiamo che si intervenga in maniera decisa per tutelare gli studenti ebrei. C’è bisogno di un presidio delle forze dell’ordine. Non si può più sottovalutare questo clima d’odio“. Così la presidente Ucei Noemi Di Segni in una lunga intervista al Foglio incentrata sul clima d’odio negli atenei italiani. L’attesa, si legge, è per cosa emergerà giovedì dall’incontro tra la ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini e la presidente della Conferenza dei Rettori delle università italiane (Crui) Giovanna Iannantuoni. «Da quando Iannantuoni è stata eletta (alla presidenza) le ho chiesto un incontro 3-4 volte. Sto ancora aspettando», afferma Di Segni.
«Da quattro mesi siamo ostaggio di un gruppo ristretto di studenti che compie atti vandalici. Azioni che nulla hanno a che vedere con manifestazioni pacifiche e legittime sul conflitto israelo-palestinese dietro a cui si nascondono». A denunciarlo a Repubblica è Federico Delfino, rettore dell’Università di Genova, riferendosi alle azioni di alcuni studenti propalestinesi nella sua accademia. Studenti che invocano il boicottaggio d’Israele e nel mentre danneggiano la propria università. Per Delfino: «L’università ha un ruolo importante anche nel mantenere i rapporti diplomatici con i paesi coinvolti nel conflitto».
Rispondendo a un lettore Aldo Cazzullo (Corriere) parla delle recenti censure e attacchi subiti da David Parenzo e Maurizio Molinari da manifestanti propal. «Non sono stati aggrediti e impossibilitati a parlare in quanto sostenitori di Israele», sottolinea Cazzullo. «Sono stati aggrediti e impossibilitati a parlare in quanto ebrei».
Sui diversi quotidiani sdegno e condanne per il paragone con la Shoah dell’ex presidente della Regione per il centrosinistra e referente in Basilicata di Azione, Marcello Pittella. In un audio inviato ai suoi sostenitori, Pittella, escluso dalla corsa a sinistra, afferma: «C’è proprio un’azione a far male, a far morire. Sapete quando deportavano gli ebrei e dovevano portarli nelle camere a gas? Ecco, io sono uno che deve morire». Il politico si è poi scusato parlando di «ingiustificata e non voluta iperbole». «E vabbè, chiamiamola iperbole», commenta su La Stampa Niccolò Carratelli.
Attribuire al popolo ebraico «di avere mentito sull’Olocausto” e «di avere ordito una congiura internazionale» è «potenzialmente pericolo per l’ordine pubblico e per l’ordinamento democratico». Lo scrive il giudice Cristian Mariani del Tribunale di Milano nella sentenza di condanna di due militanti neonazisti a 1 anno e 4 mesi di reclusione per aver diffuso, tramite la rete e con volantini, teorie negazioniste e antisemite.
«Fu Giorgio Bassani a procurare a mia madre, Marcella Del Valle, una carta d’identità falsa per nascondere le sue origini ebraiche. Ma fu scoperta per colpa di un delatore», racconta al Corriere della Sera la giornalista Sandra Bonsanti, in una lunga intervista dedicata al padre Alessandro, scrittore e politico, amico di Gadda e Montale. Bonsanti ricorda che a far scoprire ai nazifascisti l’identità ebraica della madre, costringendola nel 1942 a fuggire, fu un amico del padre. «Lui seppe chi era stato a tradirci dopo la fine della Guerra e conservò il segreto fino a quando non fu in punto di morte, quando mi disse chi era». Oggi Bonsanti quel nome lo ha dimenticato. «Posso dire che non fu Montale».