MILANO – Uno sportello a scuola per dare supporto dopo il 7 ottobre
Uno spazio di ascolto per riflettere e confrontarsi sull’impatto sulle proprie vite del 7 ottobre. È lo “sportello resilienza”, attivato da fine febbraio a Milano per studenti, genitori e insegnanti della Scuola ebraica della Comunità. Uno strumento «per dare supporto ai ragazzi, alle famiglie e alla comunità educante davanti a una situazione completamente inedita», spiega a Pagine Ebraiche Dalia Gubbay, assessore alla Scuola della Comunità. «Lo sportello è la prosecuzione del progetto di psicologia dell’emergenza avviato a novembre, grazie al sostegno della Fondazione Scuola, per affrontare con gli studenti delle diverse classi i disagi e le emozioni legati al conflitto», sottolinea Gubbay. Un progetto affidato a Fabio Sbattella, psicologo, psicoterapeuta e docente all’Università Cattolica di Milano, che assieme al suo team ha seguito studenti, docenti e genitori in un percorso di dialogo. Il 7 ottobre, spiega Sbattella a Pagine Ebraiche, «ha rappresentato un capovolgimento della sensazione di sicurezza, non solo in Israele, ma anche per la comunità ebraica qui. Da esterni, abbiamo visto il senso di profonda identità tra chi è qui e chi è in Israele. La sensazione molto viva di far parte di una storia comune». In questo caso tragica. «La guerra porta sempre con sé angoscia e distruzione. In questo caso, abbiamo registrato il turbamento dei giovani e il loro stupore davanti alla sensazione di essere poco compresi fuori dalla comunità stessa. Il dolore di vedere un’ampia adesione alla propaganda palestinese e il disorientamento cognitivo di fronte a tutte queste emozioni». Lo psicologo sottolinea come il lavoro portato avanti in questi mesi sia stato soprattutto «ascoltare senza giudicare le loro impressioni. Un modo per contrastare il senso di isolamento». Sono stati creati dei momenti collettivi per condividere le emozioni e anche questo ha aiutato. «Sentire che i compagni hanno provato sensazioni simili serve a superare la sensazione di confusione, di sentirsi sbagliati o il pudore del proprio dolore o della propria rabbia». In questo solco prosegue l’impegno dello Sportello Resilienza, aperto agli studenti, ai genitori e al personale della scuola fino alla fine dell’anno scolastico. «Purtroppo gli effetti del 7 ottobre sono ancora attuali. E continueremo a sentirli», conclude Gubbay