ROMA – Il Museo ebraico racconta Ester, regina “bellissima”

Insegnano i Maestri che «tutte le feste saranno un giorno annullate, mentre i giorni di Purim permarranno eternamente». La collocazione di Purim nella tradizione ebraica è dunque speciale. Come speciale è la storia della sua protagonista, la regina Ester. “Bellissima Ester”, suggerisce il titolo della mostra allestita al Museo ebraico di Roma nell’imminenza della festa, curata da Olga Melasecchi, Amedeo Spagnoletto e Marina Caffiero. Un percorso espositivo in quaranta opere tra pergamene miniate, dipinti, disegni, manoscritti, volumi antichi e fotografie, con l’intento di valorizzare una figura il cui fascino si è irradiato nei secoli in molti contesti, come attestano anche alcune testimonianze della pittura rinascimentale e barocca firmate da Jacopo del Sellaio e Michelangelo Buonarroti. È la prima volta che un disegno di Michelangelo varca la soglia di un museo ebraico. Si tratta dello studio per La punizione di Aman nella volta della Cappella Sistina, posto in dialogo «con opere che, nella stessa città e a un secolo di distanza, venivano realizzate all’interno del claustro ebraico, a testimonianza di un’identità che le mura del ghetto non sono riuscite a piegare», scrivono i curatori nel catalogo della mostra, pubblicato da Silvana Editoriale.
Il disegno di Michelangelo è una delle principali attrazioni dell’esposizione, promossa dalla Comunità ebraica di Roma e dalla Fondazione per il Museo ebraico in collaborazione con il Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah di Ferrara. «Parliamo di una festa di grande importanza, perché in un giorno appena riassume tutte le tragedie e speranze del nostro popolo. Purim significa rivelazione di ciò che è nascosto», ha spiegato il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni durante una conferenza stampa di introduzione alla mostra, che sarà aperta al pubblico fino al 24 giugno, invitando ad andare oltre la superficiale etichetta di «carnevale ebraico» che talvolta viene associata a quella che è nota come «festa delle sorti». La mostra racconta Ester su un piano storico, religioso, artistico e sociale. Ed è anche la celebrazione di quello «che le donne riescono a ottenere con grazie a diplomazia, riuscendo in ciò che talvolta a noi uomini è precluso», ha sottolineato il presidente della Comunità ebraica romana Victor Fadlun. Uno dei concetti che si accompagna alla festa è quello della dissimulazione. Oggi invece «non ci si nasconde» quando si vuole colpire il popolo ebraico, ha evidenziato ancora Fadlun con un riferimento all’attualità. La speranza allora è che con Purim ormai imminente arrivino «pace e serenità, questa volta rivelate». Ester «ha influenzato arte e romanzi, perché è emblematica di una straordinaria capacità di resistenza, celebrata in una mostra in cui troviamo storia, mito e tradizione», ha affermato l’assessore comunale alla Cultura Miguel Gotor. «Inaugurarla in questi giorni», ha detto Gotor, «assume un particolare significato civile». La mostra «vuol trasmettere un messaggio di speranza, fiducia e forza», ha poi concluso Melasecchi, che è anche la direttrice del Museo ebraico. L’obiettivo per il futuro è di proporre ulteriori mostre su personaggi femminili, «come ad esempio Ruth e Giuditta».