FOSSE ARDEATINE – La memoria passa anche dalla piattaforma ViBiA

In collaborazione con il Museo storico della Liberazione di via Tasso, nel 2016 l’Università degli studi di Roma “Tor Vergata” ha ideato e lanciato la piattaforma virtuale ViBiA (Virtual Biographical Archive) per approfondire le storie delle 335 vittime dell’eccidio delle Fosse Ardeatine. Venerdì mattina il Capo dello Stato Sergio Mattarella le ricorderà depositando come ogni anno una corona all’ingresso delle cave dove il criminale nazista Erich Priebke e i suoi sgherri misero in atto il massacro. Ma già oggi l’archivio storico della Presidenza della Repubblica ha ospitato un incontro in cui si è parlato della piattaforma, dei risultati scientifici raggiunti e delle strategie per condividerli a un pubblico non di soli specialisti. 
Oggi ViBiA accoglie oltre 13mila documenti e 500 oggetti storici selezionati. Grazie al metodo comparativo del progetto, inoltre, sono stati individuati i nominativi di sei vittime considerate fino ad allora ignote. Tra loro figurano Marian Reicher e Heinz Eric Tuchman, identificati in modo ufficiale nel 2020. Ebreo polacco il primo, ebreo tedesco il secondo, erano fuggiti dai rispettivi paesi sperando di trovare in Italia la salvezza. La loro vita fu spezzata il 24 marzo del 1944.
«Ciascun nome è associato a un destino. E ciascun destino ci pone ancora oggi degli interrogativi», ha detto il rappresentante dell’ambasciata tedesca Andreas Krüger inaugurando l’iniziativa diretta dalla docente universitaria Alessia A. Glielmi e che ha tra i suoi partner l’archivio storico della Comunità ebraica romana e la Fondazione Cdec di Milano. «Dobbiamo mantenere viva la memoria di ogni vita, affinché ogni individualità sia preservata, rafforzando una cultura del ricordo e al tempo stesso l’uso della piattaforma a fini educativi e informativi», ha esortato Krüger. “Storia, giustizia, memoria” sono le parole chiave di un altro convegno in programma giovedì 21 marzo presso il Centro Alti Studi della Difesa, su iniziativa della Fondazione Museo della Shoah. Attraverso una riflessione storiografica, giuridica, archivistica e culturale, l’obiettivo è offrire «un contributo di conoscenze utile per un discorso attuale sulla memoria». Quest’ultima è patrimonio del presente e del futuro. Ma «non può sussistere senza una profonda consapevolezza di ciò che è stato il passato di tutti».

(Foto: Quirinale)