FOSSE ARDEATINE – “Storia, giustizia e memoria” nel ricordo dell’eccidio
Il Centro alti studi per la difesa, il più importante organo di formazione degli ufficiali delle Forze armate, ha sede a Roma a Palazzo Salviati. Nell’edificio di via della Lungara dove si preparano nuovi leader in divisa furono imprigionati gli oltre mille ebrei romani rastrellati dai nazifascisti all’alba del 16 ottobre 1943 e poi deportati ad Auschwitz-Birkenau. Fecero ritorno appena in 16, tra loro un’unica donna: Settimia Spizzichino.
In quello stesso contesto si è svolto, promosso dalla Fondazione Museo della Shoah, un convegno per riflettere su un’altra ferita di poco successiva: l’eccidio delle Fosse Ardeatine, messo in atto dai nazifascisti il 24 marzo del 1944 come rappresaglia ai fatti di via Rasella. Ottant’anni dopo sono state declinate in particolare tre parole, “Storia, giustizia, memoria”, con l’intervento tra gli altri di Adriana Montezemolo. La signora Montezemolo aveva 13 anni quando vide l’ultima volta suo padre, l’ufficiale Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo, comandante del Fronte Militare Clandestino e tra le 335 vittime dell’eccidio.
«In quello che fu il luogo di concentramento dei concittadini ebrei rastrellati il 16 ottobre», ha affermato il presidente della Fondazione Museo della Shoah Mario Venezia, si è discusso di storia, memoria e passato «con lo sguardo a un futuro di giustizia e rispetto». Uno sforzo che investe molti enti e, ha spiegato, sta innescando nuove collaborazioni. Il Centro alti studi per la Difesa è in questo senso «un partner di grande importanza» per far luce su quel periodo storico. “Questa giornata di studi rappresenta non solo un’iniziativa storico-culturale, ma è un vero e proprio atto di commemorazione”, ha affermato il padrone di casa, il generale Diego Paulet. «In tempi incerti, in cui spesso vengono messe in pericolo l’unità e l’armonia europea faticosamente edificate, dobbiamo impegnarci affinché sia mantenuto vivo, fervido e costante il ricordo delle condizioni storiche che hanno permesso ad ognuno di noi di godere un presente fatto di pace e concordia».