ISRAELE – Missili sul nord e su Ashdod. Tensione Gantz-Bibi

Da due mesi gli allarmi non suonavano ad Ashdod. La città israeliana sul Mediterraneo dista una trentina di chilometri dalla Striscia di Gaza ed è stata lungo bersaglio dei missili di Hamas. Con l’operazione a Gaza di Tsahal, gli attacchi dei terroristi si sono progressivamente ridotti fino a cessare. Oggi la calma è stata rotta dal lancio di otto razzi. Non ci sono stati danni, fanno sapere le autorità, ma migliaia di persone sono dovute correre nei rifugi antimissile. Hamas ha rivendicato l’attacco, mostrando, 172 giorni dopo l’inizio del conflitto, di avere ancora armi nel suo arsenale.
La reazione di Israele contro Hamas rischia di essere condizionata dall’esito della discussione in corso in queste ore al consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, dove gli Stati Uniti stanno proponendo una nuova risoluzione per il cessato il fuoco immediato nell’enclave palestinese.
Intanto anche nel nord sono suonati gli allarmi. In questo caso a minacciare i residenti israeliani è Hezbollah. Come dalla zona vicino Gaza, anche qui, al confine con il Libano, molte località sono state evacuate. Gli sfollati chiedono di tornare nelle loro case e il ministro del gabinetto di guerra Benny Gantz ha promesso il proprio impegno. “È nostra responsabilità come stato riportare i residenti a casa in sicurezza e ci stiamo preparando per farlo”, ha annunciato il ministroin visita nell’area di confine con il Libano. Nelle sue dichiarazioni, l’ex capo delle forze armate ha lanciato una frecciata al primo ministro Benjamin Netanyahu, con cui crescono gli scontri. Secondo Gantz esiste un piano per mettere in sicurezza il nord d’Israele, ma non è stato attuato. “Questo fatto non solo danneggia i residenti, ma danneggia anche la sicurezza dello stato e la sua resilienza”. Poi ha aggiunto di voler intervenire “affinché il piano sia promosso e attuato il più rapidamente possibile”.
Questa uscita di Gantz arriva a distanza di 24 ore da un’altra stoccata a Netanyahu. Domenica il ministro nonché principale avversario del leader del Likud, ha avvertito che il suo partito non rimarrà nel governo di emergenza se dovesse passare la legislazione sull’esenzione degli studenti delle scuole religiose dall’arruolamento nell’esercito. Secondo una bozza di legge diffusa dai media, il provvedimento non porterebbe, come auspicato da Gantz, a una diminuzione del numero di esenzioni concesse