ROMA – Un Sefer Torah rinasce dalle lacrime

In occasione di Purim è ormai tradizione che gli ebrei romani ospitino una delegazione di Or Lamishpachot, associazione israeliana di genitori che hanno perso i figli in guerra o in attentati terroristici. Nella serata di domenica sono state versate tante lacrime di commozione all’ingresso in sinagoga di alcune decine di genitori la cui esistenza è stata straziata dal dolore nel corso dell’attuale conflitto o in altre circostanze.
Prima di entrare in sinagoga, dove a fare gli onori di casa sono stati tra gli altri il rabbino capo Riccardo Di Segni, il presidente della Comunità ebraica Victor Fadlun e l’ex presidente Riccardo Pacifici, i genitori di Or Lamishpachot hanno scritto le ultime lettere di un antico Sefer Torah ripristinato all’uso e dedicato alla memoria dei soldati e delle soldatesse «morti per difendere Israele e ogni ebreo nel mondo». Il rotolo della legge è stato donato al Tempio Maggiore da Alberto Mieli e Giorgia Calò.
«Il Sefer doveva essere pronto per Lag Ba’ Omer, ma appena abbiamo saputo di questa possibilità si è fatto di tutto per accelerare. Resterà una giornata indimenticabile per tutti i presenti, con sentimenti misti di lacerante dolore e fratellanza», sottolinea Mieli. «Il sofer (lo scriba) David Sessa ha svolto un lavoro magistrale, e in tanti hanno contribuito a rendere questa ‘Hachnasat Sefer’ memorabile, dal rabbino Alberto Funaro con la sua conduzione dei canti liturgici ai bambini della scuola media ebraica che hanno intonato alcuni brani».