IL LIBRO – Memorie di famiglia, 13 anni di testimonianze
Nato all’interno del Centro Ebraico Il Pitigliani di Roma per consolidare il passaggio di testimone e di consapevolezza tra generazioni, il progetto “Memorie di famiglia” ideato da Anna Orvieto e Giordana Menasci vanta al suo attivo 13 edizioni ma anche eventi collegati in altre città e un libro antologico con una selezione di testimonianze. «Piccole storie all’interno della grande storia», come recita il sottotitolo del volume edito da Giuntina e curato dalla storica Anna Foa, al centro di un’iniziativa in programma questo pomeriggio alle 17 a Palazzo Valentini con l’intervento tra gli altri dell’assessore comunale alla Cultura Miguel Gotor, del presidente del Pitigliani Daniel Coen e di quello della Fondazione Museo della Shoah Mario Venezia. Sarà un’occasione per lanciare uno sguardo ampio sul progetto, consolidatosi di anno in anno. «Se ogni singola lettura ha rappresentato un piccolo frammento di ciò che è accaduto in quel tragico periodo, l’insieme delle testimonianze raccolte ha composto un quadro complessivo che ci racconta una storia più grande e ci consente di immergerci nella terribile atmosfera di quegli anni», scrivono le curatrici nella premessa.
L’introduzione è affidata a Nando Tagliacozzo, uno degli storici volti di Memorie di famiglia, che, bambino, scampò alle persecuzioni nazifasciste. Nella Shoah perse comunque molti cari tra cui la sorella Ada di otto anni, deportata ad Auschwitz-Birkenau e mai più tornata. «L’atmosfera che regna al Pitigliani la mattina della lettura di Memorie di famiglia non è consueta e non è nemmeno tanto facile a raccontarsi», spiega Tagliacozzo. Non sono infatti molte «le manifestazioni che possono vantare la presenza di tre e anche quattro generazioni contemporaneamente e prive di quell’atmosfera di costrizione che spesso si verifica in questi casi». Ne sono scaturiti racconti in buona parte inediti e un libro che parla al mondo della scuola senza confini, presentandosi come «uno strumento didattico a disposizione delle giovani generazioni di studenti, per le quali le occasioni per entrare in contatto con i testimoni diretti sono purtroppo sempre più rare».
Il libro si apre con i racconti di emarginazione legati alla promulgazione delle leggi razziste dell’autunno del 1938 e si chiude con la Liberazione, con la gioia degli ebrei che escono dai nascondigli per celebrare insieme agli altri cittadini italiani l’arrivo delle truppe alleate e la fuga dei nazisti. Immagini, quelle restituite dai testi, «che trovano corrispondenza nelle foto, nei filmati, nelle descrizioni dei giornali che tornano ad uscire liberamente», annota Foa. Istantanee e frammenti di «un vero e proprio ritorno alla vita».