ROMA – La regina Ester, una storia attuale in ogni epoca

«La Roma ebraica sta diventando sempre di più il centro di studi storico-culturali di un certo livello. Sinergie con università e centri di ricerca, convegni e mostre, confermano un salto di qualità che fino a qualche decennio fa non sarebbe stato prevedibile». Claudio Procaccia dirige il Dipartimento Beni e Attività Culturali della Comunità ebraica di Roma ed è stato uno dei promotori del convegno “Ester nella storia. Metamorfosi di un racconto biblico” che si è concluso al Museo ebraico, nelle stesse stanze dove è allestita la mostra “Bellissima Ester”. Due iniziative distinte ma intrecciate per raccontare la peculiare storia di Purim e dei suoi protagonisti, declinandola anche al giorno d’oggi.
Il convegno ha spaziato fra gli argomenti: dall’immaginario su Ester nella società ebraica e cristiana ai luoghi in cui la regina visse e agì ma anche la sua influenza sulla psicanalisi, sulla letteratura, sull’arte contemporanea. E molto altro emergerà «dalla pubblicazione degli atti, in un nuovo volume edito dal Centro Romano di Studi sull’Ebraismo (CeRSE) dell’Università Tor Vergata che ha promosso con noi l’iniziativa».
Non sono poi mancati i rimandi a un passato più recente. D’altronde, ha aggiunto Procaccia, «quella che ripercorriamo a Purim è una classica storia di ebrei di corte, di ebrei “assimilati” che danno un contributo al progresso delle società in cui vivono ma che nonostante questo sono discriminati dall’irrazionalità dell’antisemitismo: è anche quel che è successo in Italia, tra Otto e Novecento, quando gli Israel sono diventati Cesare, gli Abramo sono diventati Alberto; malgrado ciò si è verificato un rischio di estinzione analogo a quello della Persia coeva alla regina Ester». Secondo Procaccia un tema «che non ha purtroppo perso d’attualità, con similitudini incredibili» cui prestare attenzione.
Inaugurando la seconda giornata di lavori, il presidente della Comunità ebraica romana Victor Fadlun ha definito Ester «uno dei personaggi più affascinanti» della storia e la vicenda in cui si trova al centro della ribalta «ricca di simbolismi, oggetto di studio inesauribile, il segno di una profondità intellettuale, filosofica e religiosa». Purim «è il miracolo della sopravvivenza», ha sottolineato Fadlun. Ed è «la sconfitta di Amman, di tutti gli Amman della storia, che hanno sempre voluto e ancora vogliono la distruzione di Israele». Una festa che «ci proietta oltre l’angoscia del presente, parlandoci di scampato pericolo, giustizia restaurata, vittoria del bene sul male».