DAI GIORNALI DI OGGI
Bokertov 28 marzo 2024

«Rigurgito antisemita» titola la Stampa, segnalando come siano raddoppiati nell’ultimo anno gli episodi di violenza contro gli ebrei in Italia. In particolare «negli atenei c’è terreno fertile per odio e intolleranza», denuncia Luca Spizzichino, presidente Ugei. Al quotidiano, David Fiorentini spiega: «C’è una mancanza di vicinanza e di solidarietà dell’opinione pubblica che è frustrante, o è disinteressata o è ostile verso di noi. Io mi sento italianissimo, però l’opzione di andare in Israele e vivere la mia ebraicità in modo tranquillo e sereno è un richiamo forte».

Sempre la Stampa dà voce a una studentessa di «Cambiare Rotta», che invoca il boicottaggio d’Israele. Alla studentessa replica, sulle stesse pagine, Susanna Terracini: «Dire che Israele è uno Stato etno-suprematista che pratica apartheid e genocidio, cose non vere, è tremendo. È la stessa retorica di Hamas. Attaccando uno Stato con parole così forti si giustifica qualsiasi azione». In prima pagina del quotidiano torinese il costituzionalista Vladimiro Zagrebelsky si dice contrario «a tagliare i ponti con le università israeliane».

Intanto l’11 aprile, segnala il Foglio, la presidente Ucei Noemi Di Segni, dopo mesi di attesa, incontrerà Giovanna Iannantuoni, presidente della Conferenza dei rettori (Crui). Per il quotidiano l’atteggiamento di Iannantuoni e della Crui di fronte agli attacchi contro Israele negli atenei è segnato da «ambiguità». Difficile, si legge, «che la Conferenza dei rettori riesca a fare propria la definizione di antisemitismo stabilita dall’Ihra. Una delle richieste delle associazioni ebraiche». Per Francesco Merlo (Repubblica) i «peggiori pavidi» sono i «rettori, che prima si piegano alle violenze degli studenti estremisti e poi esibiscono con sussiego culturale il boicottaggio delle università israeliane come una medaglia al valore».

Anche nelle università francesi non mancano le iniziative contro Israele. Un esempio, riporta il Foglio, è la conferenza organizzata nel principale anfiteatro Sciences Po Menton con l’obiettivo, scrive il quotidiano, di «demonizzare Israele».

Il 25 aprile sarà «unitario, pacifico e di massa». È l’impegno, scrive il Corriere della Sera, dell’Anpi Milano per il corteo nazionale della prossima Festa della Liberazione. L’Anpi locale vorrebbe tenere insieme tutte le anime, a cominciare dalla Brigata Ebraica, a fianco della quale sfileranno anche esponenti del centrodestra. Per il sindaco Beppe Sala: «Se dovessimo rischiare di coprire il senso del 25 Aprile perché il tema è la contrapposizione o le polemiche sulla Brigata Ebraica facciamo un autogol. Il 25 Aprile quest’anno è più importante che mai perché dobbiamo guardare avanti», oltre le guerre in corso.

Domani parla del documentario Israelism, in cui sono intervistati un’ottantina di ebrei americani critici d’Israele. Nel pezzo si scrive che «la maggior parte degli ebrei-americani non vuole più che gli Usa sostengano militarmente Israele – che riceve circa 3,8 miliardi di dollari l’anno in aiuti militari da Washington – o per lo meno vuole che quel sostegno non sia impiegato nell’occupazione militare della Cisgiordania».