MEMORIA – “Le Case di Micol”, quattro documentari sulla vita prima e dopo il 1938

«Un giorno che c’ero rimasta un po’ troppo tempo, in giro per la Mura, a farmi portare sui tubi delle biciclette da una banda di ragazzi con cui avevo fatto amicizia, quando sono tornata a casa li ho visti così disperati, la mamma e il papà, che d’allora in poi (perché Micòl è di pasta buona, lei, un vero cuor d’oro!), d’allora in poi mi sono decisa a far la brava, e non sono scappata più». In queste poche righe, tratte dal capolavoro di Giorgio Bassani Il Giardino dei Finzi-Contini, tutta la spensieratezza della protagonista Micòl. È la vita di una giovane della borghesia ebraica ferrarese fatta di amicizie, giri in biciclette, partite a tennis, una grande casa, una famiglia amorevole ma iperprotettiva. La vita prima dell’infamia delle leggi razziali, delle persecuzioni, della Shoah. È la vita, spiega a Pagine Ebraiche Stefano Muroni, che ha ispirato “Le Case di Micol”, progetto fresco vincitore di un bando europeo dedicato alla memoria. «L’idea è raccontare in un breve documentario, dodici minuti, la vita di una donna ebrea prima dell’orrore. Ricostruire, attraverso una testimonianza diretta o attraverso una discendente, i momenti di felicità e amore vissuti da queste persone. E farlo prendendo come punto di partenza le loro case», spiega Muroni, presidente dell’associazione Ferrara La Città del Cinema. Da lui e dall’associazione è partito tutto, con la partecipazione tra gli altri del Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah e della Fondazione Giorgio Bassani. Al loro fianco, i tre partner europei: la Scuola del Cinema di Praga, la polacca Warszawska Szkola Filmowa, il belga Cinact. «Ognuno dei quattro paesi sceglierà una donna e una casa da raccontare. Noi, come associazione siamo impegnati a valorizzare il territorio, è assieme ai nostri partner individueremo una storia a Ferrara», sottolinea Muroni. Anche perché Ferrara è la città di Bassani e della giovane Micòl. «Nella sua storia c’è una radice universale. Per questo il titolo del progetto è le Case di Micòl». Ne saranno dunque ritratte quattro – una per paese coinvolto – nel corso di un’iniziativa che durerà in tutto due anni. I documentari, spiega Muroni, saranno presentati in anteprima a Ferrara in una due giorni di approfondimenti dedicati alle leggi razziali e al periodo delle persecuzioni. “Le Case di Micol-Festival della Memoria” sarà il titolo della manifestazione. «Il progetto prevede anche la realizzazione di una mappa interattiva per rappresentare queste case. Inizieremo con quelle ricostruite a Ferrara, in Repubblica Ceca, in Polonia e in Belgio, ma l’auspicio è che questa iniziativa sia d’esempio. Speriamo nascano così case in altri paesi europei per raccontare storie di donne e di vita».

d.r.