ISRAELE – La protesta anti-governo
davanti alla Knesset
Netanyahu: Entreremo a Rafah,
sconfiggeremo Hamas
Alcune decine di migliaia di manifestanti si sono dati appuntamento davanti al Parlamento d’Israele per chiedere elezioni anticipate e «il rilascio degli ostaggi» ancora trattenuti a Gaza da Hamas, ritenendo che il governo non stia facendo abbastanza per riportarli a casa. Si tratta del primo di quattro giorni di mobilitazione contro l’esecutivo guidato da Benjamin Netanyahu, nella più ampia mobilitazione anti-Bibi dal pogrom del 7 ottobre. «Vogliamo le elezioni perché riteniamo che questo governo non rappresenti l’opinione pubblica e, in secondo luogo, riteniamo che non sia un buon momento per prendersi una pausa quando gli ostaggi sono ancora lì (a Gaza, ndr)», ha affermato l’imprenditore Moshe Radman, uno dei leader protesta, alludendo con ciò alla prossima sospensione dei lavori del Parlamento. Sospensione che i contestatori vorrebbero procrastinare per riportare Israele alle urne nel più breve tempo.
Finora l’eventualità non è mai stata presa in considerazione dal primo ministro, alle prese in queste ore con il negoziato relativo all’esenzione degli studenti delle scuole religiose dalla leva obbligatoria che potrebbe portare il governo verso una crisi. Ma anche con un’operazione per ernia completata «con successo», come ha comunicato il responsabile del dipartimento di chirurgia dell’ospedale Hadassah di Gerusalemme. Per quanto riguarda la guerra in corso nella Striscia di Gaza, prima di sottoporsi all’operazione Netanyahu ha detto: «Elimineremo le brigate di Hamas a Rafah: non c’è vittoria senza entrare a Rafah, e non c’è vittoria senza eliminare le brigate di Hamas».
Tre i feriti intanto in un nuovo attentato terroristico, ieri sera a Gan Yavne, dove un 19enne palestinese originario di Hebron ha accoltellato tre civili nelle vicinanze di un centro commerciale. Il giovane terrorista è stato poi ucciso dalle forze di sicurezza. Sempre di queste ore è la notizia dell’arresto a Tel Sheva di Zebah Abdel Salem Haniyeh, sorella del leader di Hamas, con l’accusa di aver incitato al terrorismo. Ad Eilat, estremo sud del paese, un drone ha colpito un edificio (i danni sarebbero lievi e non vi sarebbero feriti). L’atto è stato rivendicato da una milizia irachena vicina all’Iran. In novembre un altro drone, di origine siriana, aveva raggiunto una scuola. Più di recente i terroristi Houthi dello Yemen avevano lanciato contro Eilat un missile, che aveva “bucato” anch’esso il sistema nazionale di difesa.