UNIVERSITÀ – Nili Cohen ospite dei Lincei: Ricerca sia libera, anche dalle censure

«La libertà accademica è la base per il perseguimento della conoscenza». Davanti ai colleghi dell’Accademia dei Lincei, la studiosa israeliana Nili Cohen ha ricordato in queste ore l’importanza e le sfide per la libertà di ricerca nel mondo di oggi. Già presidente dell’Accademia israeliana delle Scienze e delle Lettere di Gerusalemme, Cohen ha tenuto a Roma una applaudita lectio magistralis sul ruolo delle università oggi. Ha ricordato, passando da Socrate a Popper, come «l’imperativo categorico per noi sia la ricerca della verità». Ha criticato chi scambia la libertà d’opinione per libertà di censurare e invocare, ad esempio, il boicottaggio degli atenei israeliani. Ha ricordato come «il costante scambio di idee e punti di vista opposti dovrebbe essere accompagnato da apertura e tolleranza per consentire ai membri della nostra comunità di esercitare la propria libertà accademica». Non dovrebbe essere favorita invece, in un contesto di studio e di ricerca, la cosiddetta «cancel culture», che «soffoca la circolazione delle idee e può portare a un indesiderabile regime di censura».
Inoltre, ha spiegato Cohen, l’ambiente universitario deve «essere immune da coercizioni politiche o di altro tipo. Immune dall’idea che esista un’autorità scientifica che non possa essere messa in discussione». Ovviamente, ha aggiunto la studiosa israeliana, «la libertà non è assoluta. È limitata dalla legge, dalle norme e dai regolamenti interni dell’università così come dalle politiche degli organismi di bilancio». A riguardo ha portato l’esempio d’Israele. «Da noi gli atenei sono finanziati con fondi pubblici e, sebbene il bilancio possa occasionalmente indirizzare le priorità della ricerca, le autorità non possono interferire con i suoi contenuti».
Dal punto di vista dello studio, le università hanno poi «il dovere di offrire condizioni e ambienti adeguati, che consentano e incoraggino i suoi ricercatori e studenti a impegnarsi nella ricerca della conoscenza». L’obiettivo, ha affermato Cohen citando il tedesco Wilhelm von Humboldt, «è coltivare gli studenti affinché diventino autonomi cittadini del mondo». Affinché siano promotori «del pensiero critico e libero. Questo porterà alla fine a nuove intuizioni e alla scoperta di nuove verità».