SOCIETÀ – Ruben Della Rocca: Eurovision, quei fischi antisemiti

Isteria di massa. L’enciclopedia on line Wikipedia la definisce «un fenomeno sociopsicologico che riguarda il manifestarsi degli stessi sintomi isterici in più di una persona». Quello che sta accadendo in queste settimane negli atenei, in alcuni media, tra alcune associazioni nei riguardi di Israele è la diffusione del virus dell’odio antiebraico. Un’isteria collettiva che pervade strati delle popolazione, per fortuna minoritari, ma angosciante per come si manifesta e per l’idiozia che a essa si accompagna. Un odio che in questo fine settimana ha toccato l’apice all’Arena di Malmö, con le contestazioni e i fischi alla bravissima Eden Golan. Rappresentate israeliana protagonista di una prova canora intensa e struggente all’Eurosong festival svedese, Eden ha dimostrato, nonostante la giovane età, sangue freddo e professionalità immense, esibendosi in maniera perfetta nonostante gli ululati degli isterici presenti all’auditorium che a loro volta hanno dimostrato la loro miseria morale e culturale dando vita a uno spettacolo indegno e sconfortante. Che senso ha fischiare una giovanissima cantante solamente per rendere pubblico l’odio verso il paese che lei rappresenta e altrettanto inscenare una gazzarra vergognosa fuori dall’Arnea?
Uno scempio che ricopre di ignominia il nostro continente e che conferma quanto l’antisemitismo abbia invaso quei campi come l’arte e la musica che dovrebbero essere di incontro e di pace nel nome della fratellanza tra popoli e nazioni.
Insostenibile anche l’ostracismo dei colleghi di Eden che a lei, quantomeno per spirito di colleganza, avrebbero dovuto offrire solidarietà, certo non gli atteggiamenti bulleschi nei suoi confronti manifestati plasticamente dal cantante olandese e dalla cantante greca.
Avevamo già assistito agli stessi atteggiamenti antiebraici nello sport con le squadre e gli atleti israeliani contestati in stadi e impianti sportivi in giro per il mondo ma le giornate svedesi del festival canoro sono state ancora più odiose, soprattutto pensando al percorso tortuoso della canzone israeliana, inizialmente dedicata alle vittime del 7 ottobre e agli ostaggi deportati da Hamas a Gaza. Una canzone che ha dovuto, in maniera incomprensibile, subire l’ingiustizia dell’imposizione della modifica del titolo e del testo richiesta dagli organizzatori, proprio perché riferita ai massacri di quel giorno.
Vergogna nella vergogna.
Al termine della kermesse Eden Golan, contro tutto e contro tutti, grazie soprattutto al televoto che l’ha premiata, è arrivata quinta. Una grande vittoria morale, nonostante il velato boicottaggio delle giurie televisive europee che non l’hanno votata, mortificando ignobilmente la sua “Hurricane”, canzone molto bella. Quell”uragano” presente nei nostri cuori dal 7 ottobre che solo il ritorno a casa degli ostaggi e dei soldati di Israele, e la cessazione delle ostilità con la vittoria su Hamas permetterà di placarsi.

Ruben Della Rocca