UCEI – Concluso Firgun, i giovani a scuola di comunicazione
Dal workshop sul ruolo dei leader comunitari al laboratorio giornalistico, dalla discussione sulla sicurezza digitale alle testimonianze dei soldati di Tsahal. Sono alcuni temi affrontati a Firenze durante Firgun, la tre giorni di formazione per i giovani dell’Italia ebraica. Ideata dalla commissione Scuola ed Educazione dell’Ucei e organizzato dall’area Educazione e Cultura dell’Unione, l’iniziativa prende il nome da un termine yiddish traducibile come «la capacità di vedere la realizzazione degli altri in modo altruista». L’obiettivo del progetto è dare ai ragazzi tra i 14 e 18 anni gli strumenti per contrastare i pregiudizi e la disinformazione su ebraismo e Israele. Ad aprire venerdì l’appuntamento di Firenze, il workshop su come “diventare un leader comunitario” tenuto dal rabbino Roberto Della Rocca, direttore dell’area Educazione e Cultura dell’Ucei. «Firgun coniuga un approfondimento di temi legati all’identità e all’essere comunità con l’acquisizione di tecniche moderne per rispondere a provocazioni antisemite, soprattutto sui social», aveva spiegato a Pagine Ebraiche Della Rocca. In questa direzione, ad esempio, il laboratorio tenuto dal docente della Luiss Alberto Castelvecchi intitolato “Costruire una strategia di comunicazione in un dibattito e gestione emotiva”. Di media e giornalismo hanno parlato ai ragazzi il giornalista Raffaele Genah e il direttore di Pagine Ebraiche Daniel Mosseri. Il primo si è soffermato sulle diverse strategie di comunicazione, il secondo sulle modalità di scrittura di un articolo giornalistico.
«Sono stati tre giorni intensi. Vedere un gruppo di 30 ragazzi dalla maggior parte delle comunità ebraiche italiane seguire con grande attenzione e passione un programma denso con tante proposte di eccellenza di diversi settori, ci fa vedere al futuro con rinvigorita fiducia», ha commentato rav Della Rocca al termine dell’iniziativa a Firenze. «Il livello degli interventi e l’atmosfera di amicizia ha reso Firgun un gioiello per tutto l’ebraismo italiano. Un sincero ringraziamento alla comunità di Firenze per l’accoglienza e la generosità. Si è mostrata ancora una volta un contenitore ideale per questo tipo di eventi».