DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 24 maggio 2024

Dalla Conferenza dei rettori delle università italiane ieri è arrivato un netto rifiuto a ogni boicottaggio delle università israeliane. Un no ribadito oggi dalla presidente della Crui e rettrice della Bicocca, Giovanna Iannantuoni, intervistata dai dorsi milanesi di Repubblica e Giornale. «Non lo faremo mai. Su questo punto la Crui è compatta», afferma Iannantuoni. Sulle mobilitazioni e occupazioni studentesche, la linea è: «Niente sgomberi in università. Ma gli studenti la trattino come se fosse casa loro».

Preoccupazione, e condanne per quanto avvenuto all’Università di Torino, dove nella sede occupata dai propalestinesi si è tenuta venerdì scorso una preghiera islamica con annesso sermone contro Israele. Oltre alla ministra dell’Università Anna Maria Bernini e al rettore dell’Università di Torino Stefano Geuna, tra chi ha condannato l’episodio a Palazzo Nuovo, riporta La Stampa, anche la presidente Ucei Noemi Di Segni e il rabbino capo di Torino Ariel Finzi. «Se si vuole pregare si va in una moschea o in una stanza della preghiera. Ma farlo in quegli spazi, in quel modo, non è preghiera, è incitamento all’odio», ha dichiarato Di Segni. «Prendo atto che a Torino abbiamo una nuova moschea, in questo caso anche abusiva e situata all’interno di una istituzione statale laica, nella quale si approfitta della preghiera per inneggiare alla violenza in nome della pace», ha commentato rav Finzi. In un editoriale su La Stampa Elena Loewenthal definisce l’episodio «un incidente grave nel tempio della laicità».

L’autore del sermone anti-Israele, Brahim Baya, intervistato dal Corriere Torino sostiene di essere «contro ogni violenza». Ieri intanto, racconta il quotidiano, i manifestanti propalestinesi hanno concluso l’occupazione del rettorato dell’Università di Torino. «Abbandono deciso dopo il fallimentare invito a partecipare alla mobilitazione lanciato ai docenti», scrive il Corriere.

Su Repubblica la storica Tamir Herzig denuncia la retorica di chi boicotta l’accademia israeliana, in cui studiano fianco a fianco migliaia di ebrei, musulmani, cristiani e drusi. Lo fa replicando al collega italiano – «lo consideravo mio amico» – che le aveva assicurato: «Non sto boicottando i singoli accademici israeliani, ma le università israeliane. In ogni caso, resterò tuo amico per sempre». Ma la distinzione è fittizia, spiega Herzig. Ed è l’antisemitismo a muovere le fila del boicottaggio perché altrimenti, sottolinea la storica, non si spiega perché nessuno dei colleghi censori si sia mosso contro la Russia.

La Casa Bianca sta trattando con l’Unione europea perché gestisca il valico di Rafah verso l’Egitto, chiuso dopo l’inizio dell’incursione israeliana nella cittadina, riporta il Corriere della Sera, citando come fonte l’americano Politico. Davide Assael su Domani spiega come proprio la gestione di Rafah abbia creato attriti tra Israele ed Egitto, con il timore che il Cairo rompa con Gerusalemme dopo anni di collaborazione. D’altra parte, racconta il Foglio, l’Egitto è ancora coinvolto nei colloqui indiretti tra Israele e Hamas, ripartiti ieri. Un nuovo tentativo arrivato dopo la pubblicazione di un drammatico video del rapimento di cinque soldatesse israeliane. Questi filmati sono un’arma di propaganda di Hamas, sottolinea il Foglio, che in questo modo «divora d’angoscia» i parenti degli ostaggi.

«Dìaz e Khamenei, stessa lingua», titola il Foglio, raccontando come oltre all’ayatollah iraniano Khamenei, anche la spagnola Yolanda Diaz, ministra del Lavoro, ha rilanciato lo slogan che invoca la cancellazione d’Israele: «La Palestina sarà libera dal fiume al mare». A proposito di Iran, Mattia Feltri su La Stampa fa notare il messaggio di cordoglio inviato a Teheran dal papa per la morte del presidente Ebrahim Raisi. «Intanto chi in Iran osa gioire per la morte del macellaio finisce in carcere», chiosa Feltri.

I ragazzi del Roma Club Gerusalemme, scuola calcio della capitale israeliana che riunisce giovani di ogni provenienza e religione, hanno partecipato all’annuale viaggio a Roma per incontrare personalità dello sport e visitare alcuni luoghi della città, tra cui il Tempio Maggiore. «Finalmente abbiamo regalato ai ragazzi giorni di spensieratezza e tranquillità», afferma a Repubblica il vicepresidente del Roma Club Samuele Giannetti.

La Stampa intervista il premio Pulitzer Nathan Thrall, residente a Gerusalemme, che accusa Israele di applicare «un sistema di dominazione sui palestinesi che dura da oltre 50 anni». Thrall invoca «l’isolamento d’Israele» da parte di Stati Uniti ed Europa.