ISRAELE – Guerra contro Hamas: incendio a Rafah, ucciso soldato egiziano
L’esercito israeliano e la procura militare stanno verificando quanto accaduto a Rafah, nel sud di Gaza, la notte scorsa. Nella città al confine con l’Egitto l’esercito ha compiuto un’operazione per eliminare due alti comandati di Hamas. L’obiettivo è stato raggiunto, spiegano i portavoce di Tsahal, ma nell’area dell’attacco si sono sviluppate delle fiamme che hanno causato un incendio, con decine di morti e feriti. «I dettagli del grave incidente sono ancora sotto revisione. Siamo impegnati a portarla a termine», ha spiegato in queste ore la procuratrice generale militare, Yifat Tomer-Yerushalmi, intervenendo a una riunione dell’Associazione degli avvocati d’Israele. «Le forze di difesa si rammaricano per qualsiasi danno arrecato a civili non coinvolti nella guerra», ha aggiunto Tomer-Yerushalmi. Nel suo discorso la procuratrice ha sottolineato come il sistema giuridico del paese sia impegnato nel garantire il rispetto delle leggi nazionali e internazionali in ogni fase del conflitto. Al momento, ha aggiunto, dal suo ufficio sono state aperte 70 indagini su incidenti in cui si sospetta la commissione di reati penali. «Nell’ambito di queste indagini rientrano le accuse relative alle condizioni di detenzione presso il centro di detenzione ‘Sde Teiman’ e la morte di detenuti sotto la custodia dell’esercito. Prendiamo queste accuse molto seriamente e stiamo lavorando per portarle a termine», ha ribadito Tomer-Yerushalmi. Le indagini riguardano anche uccisioni di civili in circostanze operative, episodi di violenza, crimini contro la proprietà e saccheggi.
Il lavoro della procura militare e il rispetto della legge da parte di Tsahal, ha spiegato Tomer-Yerushalmi, «non deriva dalle preoccupazioni poste dall’arena internazionale. È radicato, innanzitutto nel fatto che lo stato di Israele è uno stato di diritto». Mantenere chiari i confini tra lecito e illecito è ancor più importante in guerra, ha esortato la procuratrice. «E far rispettare la legge quando questi confini sono stati superati è una chiara espressione della profonda differenza tra noi e i nostri nemici».
L’incidente di Rafah, da cui in precedenza erano partiti otto razzi contro l’area di Tel Aviv, ha generato diverse critiche internazionali. L’Autorità nazionale palestinese e l’Egitto si sono spinte ad accusare Israele di aver deliberatamente preso di mira i civili nel campo profughi di Rafah. Nel mentre da Parigi il presidente francese Emmanuel Macron si è detto «indignato» per l’attacco e ha chiesto l’immediata cessazione delle operazioni di Tsahal. «Chiedo il pieno rispetto del diritto internazionale e un immediato cessate il fuoco». Sulla stessa linea il capo degli Esteri dell’Unione europea Josep Borrell, che ha anche richiamato l’ordine emesso venerdì dalla Cig di fermare le operazioni a Rafah. «Gli ordini della Cig e il diritto internazionale umanitario devono essere rispettati da tutte le parti», ha affermato Borrell.
In queste ore intanto un altro incidente nell’area del valico di Rafah è sotto scrutinio. Un soldato egiziano è morto e altri sono rimasti feriti in uno scontro a fuoco con soldati israeliani. Secondo alcune testimonianze raccolte da Tsahal, ad aprire per primo il fuoco è stato un soldato egiziano. «L’incidente è oggetto di indagini e stiamo dialogando con la parte egiziana», ha reso noto un portavoce militare. Il caso arriva dopo settimane di tensioni tra Gerusalemme e il Cairo legate alle operazioni a Rafah e alla gestione dei profughi palestinesi nell’area.