DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 28 maggio 2024
«Choc per il raid a Rafah. Netanyahu: tragico errore», titola il Corriere della Sera per l’incidente avvenuto nella città meridionale di Gaza, dove un attacco per eliminare due comandanti di Hamas ha prodotto un incendio in cui sono morte 45 persone. Il caso è al centro di dibattito internazionali, raccontano Repubblica, Stampa e Giornale tra gli altri. Molte le condanne per l’azione israeliana. «Nonostante i nostri enormi sforzi qualcosa purtroppo è andato tragicamente storto», ha dichiarato il primo ministro Benjamin Netanyahu in un discorso al parlamento israeliano.
«Sono immagini devastanti, Israele faccia di più per proteggere i civili», commenta un portavoce della Casa Bianca (La Stampa). Nel raccontare le reazioni all’incidente, il Corriere titola: «Il mondo contro Israele: Fermi queste stragi». La procura militare, riporta Repubblica, ha aperto un’inchiesta sul caso, così come su altri 70 episodi legati al conflitto a Gaza.
Il ministro della Difesa Guido Crosetto, parlando a SkyTg24, ha detto: «Siamo convinti che Israele dovesse risolvere il problema con Hamas», ma «tutti gli stati sono concordi che su Rafah doveva fermarsi. Ho l’impressione che Israele semini odio. Non siamo stati ascoltati e ora guardiamo con disperazione la situazione». In una nota successiva, riporta il Giornale, il ministro ha poi precisato di aver espresso queste considerazioni al ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant. «Fare considerazioni di verità con il mio omologo per indurlo a considerare i rischi e le conseguenze delle operazioni militari e ribadire la necessità dell’unica soluzione diplomatica possibile (due popoli e due Stati) è il primo dovere di qualsiasi collega di un Paese amico come sono io ed è l’Italia verso Israele».
Un soldato egiziano è morto ieri in uno scontro sul valico di Rafah con soldati israeliani. Secondo alcune ricostruzioni, sarebbe stato lui il primo a sparare, racconta Repubblica. Il Corriere sottolinea come il presidente Al Sisi non voglia entrare in netto contrasto con Gerusalemme e preferisca smorzare i toni. Anche per questo le autorità israeliani definiscono il caso un incidente.
Il Senato accademico della Statale di Milano ieri ha condannato «la catastrofe umanitaria di cui è vittima» il popolo palestinese, ma ha ribadito di volere «la collaborazione con l’università israeliana». Gli studenti propal hanno deciso di terminare l’occupazione. Quattro sigle, tra cui l’Unione giovani ebrei d’Italia, avevano lanciato un appello contro chi occupava. «Non possiamo permettere che gli atenei cadano ostaggio di una minoranza violenta e ostile agli studenti israeliani ed ebrei. Le università devono tomare ad essere un luogo sicuro per tutti» ha commentato Luca Spizzichino, presidente dell’Ugei a Libero. Il semiologo Ugo Volli, intervistato dal Foglio, accusa i rettori «di vigliaccheria» e «prepotenza» nella decisione di intervenire contro gli accordi degli atenei con Israele.
Il tribunale dei minori di Firenze ha scelto la via del perdono giudiziale per i 19 imputati processati per aver diffuso su un gruppo whatsapp video violenti di torture e decapitazioni, commenti d’odio contro ebrei, donne, migranti, rom. Il perdono è arrivato, spiega Corriere Torino, perché il tribunale ha riconosciuto che i giovani «sono maturati e hanno ben compreso il grave errore commesso con quei messaggi inneggianti all’odio e al razzismo».
«Quella paranoia verso il nemico che frena il dialogo». È il titolo dell’editoriale dello psicanalista Luigi Zoja, che racconta la cancellazione di un convegno con colleghi israeliani a Roma.
Il Foglio fa un ritratto della cantante israeliana Noga Erez, raccontando le sue difficoltà a confrontarsi con la situazione attuale. «Mi sono ritrovata a fare interminabili interviste rispondendo solo a domande sulla Palestina e sulla politica nazionale. Nessuno mi parlava di musica. Io sono nata qui, ho le mie opinioni, ma di sicuro non rappresento Israele». Dall’altro lato la pop star lamenta una involuzione nelle politiche culturali del paese e critica l’ex ministra della Cultura, ora ai Trasporti, Miri Regev.
La procura di Roma ha aperto un’inchiesta per lesioni aggravate dall’odio razziale per l’aggressione subita nella capitale da Gabriele Rubini, noto come chef Rubio. Lo riporta il Corriere Roma, ricordando le posizioni contro Israele di Rubini e la sua accusa di essere stato picchiato per questo.