FIRENZE – Baldacci a confronto con l’antisemitismo vecchio e nuovo

Essere amici di Israele «è oggi un marchio di infamia». Ogni limite è d’altronde sdoganato nel momento in cui «appelli alla distruzione» dello stato ebraico circolano ormai «serenamente». Ma «non bisogna mollare» e andare avanti, forti dei propri valori e delle proprie convinzioni.
Il presidente dell’associazione Italia-Israele di Firenze Emanuele Cocollini ha aperto con queste riflessioni un incontro alla Comunità ebraica fiorentina attorno al libro Antisemitismo vecchio e nuovo. Dall’antigiudaismo all’antisionismo e altre riflessioni sulla politica e la storia contemporanea (ed. Aska) di Valentino Baldacci, docente universitario in pensione e presidente onorario dell’associazione. Il libro condensa alcune sue riflessioni sul tema scritte negli anni per i media Ucei e per La voce repubblicana. Pubblicato in settembre, poche settimane prima del 7 ottobre, il volume non ha perso d’attualità. Come hanno sottolineato nelle loro riflessioni i due relatori intervenuti insieme a Baldacci, ossia lo storico Zeffiro Ciuffoletti e la filologa Gigliola Sacerdoti Mariani. E soprattutto la sala piena e partecipe. In apertura i saluti del presidente della Comunità ebraica Enrico Fink e del console onorario d’Israele Marco Carrai, preso di mira da mesi da gruppi propal che chiedono le sue dimissioni da presidente della Fondazione Meyer. Secondo Carrai sarebbe un errore qualificare l’antisemitismo come il mero frutto della irrazionalità. «Viene anzi diffuso in molto razionale: quando l’ayatollah Ali Khamenei incita contro Israele lo fa in modo razionale e lo stesso vale per gli studenti universitari anti-Israele; mi fa paura chi usa l’odio razionalmente». Nel merito della sua vicenda personale, negli scorsi giorni, l’associazione Italia-Israele aveva denunciato: «Rifiutiamo di accettare che chi è legato ad Israele non possa vivere e lavorare serenamente e subisca una gogna senza fine».