DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 5 giugno 2024

Le colline in fiamme dell’Alta Galilea per gli attacchi di Hezbollah avvicinano l’ipotesi dell’invasione del Libano, scrive Repubblica. Dal 7 ottobre il gruppo terroristico sciita ha compiuto circa 5mila attacchi contro Israele. «Stiamo arrivando al punto in cui devono essere prese decisioni, l’esercito è pronto per una guerra in Libano», ha avvertito il capo delle forze armate, Herzi Halevi. Dal Libano, riporta il Giornale, la replica è del numero 2 di Hezbollah, Naim Qassem: «Non intendiamo ampliare il conflitto. Ma se Israele vuole una guerra su vasta scala, siamo pronti».

Gli attacchi di Hezbollah violano la risoluzione 1701/2006 del Consiglio di Sicurezza. Il Foglio si chiede quando l’Onu interverrà per condannare il gruppo terroristico.

Ad alimentare lo scontro Israele-Hezbollah è l’Iran, spiega il Corriere della Sera. Il nuovo ministro degli Esteri iraniano, Ali Bagheri, si è recato a Beirut per incontrare i vertici del movimento terroristico e ribadire il sostegno del regime. Teheran, sottolinea il quotidiano, manovra contro ogni cessazione delle ostilità sia a Gaza sia sul fronte nord. Il suo interesse è proseguire la guerra per procura contro Gerusalemme.

Gli Stati Uniti stanno facendo pressioni su Hamas perché accetti il piano israelo-americano in tre fasi per arrivare a una tregua stabile e vorrebbero che il Consiglio di sicurezza dell’Onu la sostenesse con una risoluzione (Giornale). «Hamas potrebbe porre fine alla guerra domani, l’ultima offerta che Israele ha fatto è stata molto generosa», ha dichiarato il presidente Usa Joe Biden (in arrivo nel fine settimana in Europa). Ma i jihadisti palestinesi prendono tempo, titola il Corriere. Al Foglio Gil Dickmann – sua cugina Carmel è una dei 125 ostaggi ancora prigionieri a Gaza – auspica pressioni anche del Qatar su Hamas. «Ha le mani sporche del sangue di tanti cittadini israeliani, questa è la sua occasione per aiutarci». Per Eshkol Nevo, intervistato da La Stampa, «l’accordo è l’unica via d’uscita» al conflitto. «Ma dubito che Hamas accetti», conclude lo scrittore israeliano, in Italia per presentare la raccolta di racconti Legami (Feltrinelli).

Molto discussa sui quotidiani la dichiarazione rilasciata da Biden al Time: «Ci sono tutte le ragioni perché le persone credano» che il premier Benjamin Netanyahu stia prolungando la guerra «per questioni politiche». Biden ha poi corretto il tiro, affermando che Netanyahu è impegnato nel trovare un accordo e che le divergenze riguardano i piani per il futuro di Gaza (Giornale).

Netanyahu è stato invitato a parlare al Congresso. Alcuni media parlano del 13 giugno come possibile data del suo intervento, ma da Israele smentiscono per la coincidenza con la festa ebraica di Shavuot (La Stampa).

L’interruzione degli accordi Erasmus con le università israeliane è la decisione comunicata dal Senato accademico dell’Ateneo di Palermo, riunitosi nella giornata di ieri.  «Una scelta sbagliata» per la ministra dell’Università Anna Maria Bernini. «Non è una revoca degli accordi, bensì una sospensione temporanea. C’è troppo fermento nelle università e l’obiettivo principale per me restano gli studenti. Superata la crisi, riavvieremo i contatti», dichiara il rettore Massimo Midiri a Repubblica Palermo.

Nel fine settimane, oltre alle europee, si volta per il rinnovo di molte amministrazioni comunali. Tra queste La Stampa segnala il piccolo comune della Brianza, Mariano Comense. Qui, candidato nelle liste di Forza Italia, c’è Giovanni Franzo, 22 anni, condannato nel marzo scorso in primo grado per odio razziale. «All’epoca dei fatti, il 2021, era un membro del Nsab, partito che si richiama al nazismo», riporta La Stampa. Durante le indagini la Digos «aveva raccolto diversi post negazionisti e, in alcuni casi, inneggianti allo sterminio degli ebrei» pubblicati da Franzo.

«Misera adesione all’iniziativa contro il Franco Parenti “amico di Israele”», racconta Libero in riferimento all’assemblea convocata da alcuni studenti di Brera per organizzare il boicottaggio del teatro milanese.