LA RIFLESSIONE – Rav Della Rocca: La festa di Gerusalemme, un luogo reale

Oggi, ventottesimo giorno del mese di Yiar, viene festeggiata la riunificazione di Gerusalemme dopo la Guerra dei Sei giorni del 1967. “Yerushalaim è edificata come una città unificata…” (Salmo 122, 3), Yerushalaim è una città costruita, anche in tempi diversi, in modo uniforme e armonico, luogo di pace e di giustizia. Se per i mistici questo passo si riferisce al collegamento tra la Gerusalemme terrestre a quella celeste, per il Talmud (Taanit 5a) significa che Yerushalaim (letteralmente “città della compiutezza”, “città della pace”) è un luogo aggregante e che rende tutti amici.
È significativo il dato che il 28 di Yiar sia anche il giorno in cui, secondo una tradizione, è stato perpetrato l’attacco proditorio di Amalek al neonato popolo ebraico all’indomani della sua uscita dall’Egitto. Nella numerazione ebraica 28 è indicato con la parola koach (כח), che significa “forza”, con cui contrapponiamo alla disgregazione rappresentata da Amalek l’aspirazione alla compiutezza e all’armonia rappresentate da Yerushalaim. Ma i nostri Saggi chiariscono anche che non c’è una Yerushalaim celeste senza il ritorno del popolo ebraico nella Yerushalaim terrestre. Si conferma così l’impossibilità di una salvezza religiosa senza una giustizia sociale nella città terrestre.
Yerushalaim, dove la luce e l’azzurro del cielo sono senza eguali, non costituisce per noi un mero simbolo teologico e neppure un sito dell’immaginazione, del folklore e della retorica popolare, ma piuttosto un luogo reale dove si pongono questioni concrete relative ai rapporti con il prossimo e con altri uomini. E dove si gestiscono “fratellanze” talvolta difficili e dense di tensioni. Tutto ciò nella Yerushalaim terrestre, non in pii pensieri o nei mondi della comunicazione virtuale.

Rav Roberto Della Rocca