ISRAELE – Noemi Di Segni (UCEI): Quale nazione non lotterebbe per liberare i propri cittadini?

Pubblichiamo un comunicato del presidente dell’UCEI, Noemi Di Segni, sulla recente liberazione di quattro ostaggi israeliani

«Le comunità ebraiche italiane si uniscono ai sentimenti di commozione e gioia per la liberazione dei ragazzi ostaggi Noa, Argamani, Shlomi Ziv, Andrey Kozlov e Almog Meir Jan, ricordando che 120 ostaggi sono ancora nelle mani di Hamas, compresi bimbi e anziani, per i quali si auspica la veloce liberazione. Un orgoglio e un impulso di speranza unito al dolore lacerante per la caduta di uno degli ufficiali coinvolti nell’eroica operazione  Arnon Zamora – ai cui familiari e compagni di squadra esprimiamo il nostro cordoglio. Ancora una volta si è palesato quel volto del terrore che si avvale di civili e delle loro abitazioni e scuole per nascondere da mesi gli ostaggi israeliani facendosi scudo degli scrupoli morali e dilemmi laceranti di risparmiare le vite altrui. Terrorismo che usa civili rapiti per negoziare diritti politici del proprio popolo e poi pretendere che assise internazionali, parlamentari ed accademiche votino per affermare gli uni e annientare gli altri. Quale popolo, quale Stato, quale Nazione al mondo non si attiverebbe e lotterebbe per liberare i suoi cittadini? Quale Nazione si trova sotto accusa per la difesa del suo territorio dopo un massacro? L’Ucei rivolge un appello al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni e all’eligendo Parlamento europeo affinché prenda piena coscienza e si adoperi per un reale e leale compimento del ruolo che deve svolgere l’Onu e le relative agenzie, compresa la Croce Rossa l’Unrwa e UN Women, sopraffatte, finanziate e asservite al terrorismo e al dominio dei Paesi che oscurano anziché promuovere giustizia e diritto, tra questi tristemente alcuni anche europei, anche ai media che in queste ore continuano imperterriti a diffondere notizie false e distorte sugli ostaggi e chi li teneva in prigionia risponderemo sempre con la verità e la determinazione di vivere. Anche in Israele, anche qui nelle nostre Comunità. Siamo grati a tutte le voci lucide che hanno in questi mesi ribadito in ogni sede l’impegno per la liberazione degli ostaggi senza cedere a slogan e distorsioni».