SHAVUOT – La vera festa è nella quotidianità
Nel mese di giugno, con l’aiuto di D-o e alla fine del conteggio dell’Omer, cade Shavuot.
Un momento di festa in cui si celebra la consegna della Torà al popolo Ebraico (Mattan Torà). Shavuot, rispetto alle altre feste (Regalìm), è particolare in quanto dura soltanto due giorni e non ha precetti specifici (Mitzvot) ad essa legati, come l’obbligo di mangiare la Matzà per Pesach o quello di mangiare (risiedere) nella Sukkà per Sukkot.
La mattina del primo giorno di Shavuot viene fatta la lettura pubblica dei Dieci Comandamenti. Infine, l’ultima particolarità di Shavuot è quella di non avere una data specifica nel calendario ebraico, ma di venire “calcolata” ogni anno contando 49 giorni, a partire dalla sera del secondo giorno di Pesach (conteggio dell’Omer).
Sostanzialmente la domanda naturale che possiamo porci è: «Come festeggiamo Shavuot?». Naturalmente per rispondere a questo interrogativo dobbiamo partire dalla comprensione di cosa festeggiamo. Con le altre feste noi celebriamo un miracolo specifico (l’intervento Divino nell’uscita dall’Egitto, le nubi della Gloria, …), mentre a Shavuot la consegna della Torà (Mattan Torà) al popolo ebraico. Come si festeggia la ricezione di 613 precetti? Come il peso di tramandare per l’eternità la Torà alle generazioni future?
La risposta naturalmente non è banale e forse ci sorprende un poco: il Mattan Torà viene spesso paragonato ad una specie di “matrimonio” tra Kadosh Baruch Hù e il popolo ebraico. Proviamo a immaginare come apprezziamo la felicità del nostro matrimonio: credo che il miglior modo per farlo sia nel tornare a casa ogni giorno felici di rivedere il proprio partner dopo un giorno di lavoro, e ciò anche di più rispetto alla felicità, per esempio, per il festeggiamento di un anniversario che capita una volta all’anno.
Il successo di un matrimonio è misurato nella quotidianità, non nel grande evento: saremmo felici dopo una stupenda festa per il nostro anniversario, se poi non ci sentissimo di rimanere subito dopo soli con il nostro partner? Nel giorno di Shavuot noi non festeggiamo un evento, come avviene per altre feste, ma la quotidianità, cioè l’essere noi stessi. La Torà dovrebbe diventare il nostro modo di vivere la nostra quotidianità, non un fatto eccezionale che viviamo solo in alcuni momenti importanti della nostra vita. Le 613 Mitzvot possono essere comprese profondamente solo se vengono messe in pratica ogni giorno.
Paradossalmente l’unico modo che abbiamo per festeggiare il Mattan Torà, cioè renderlo eterno, è quello di non festeggiarlo come un evento miracoloso da ricordare in un momento dell’anno, ma di viverlo ogni giorno. Il successo della nostra identità ebraica e del nostro “matrimonio” con Kadosh Baruch Hù, non si misura soltanto nei “grandi eventi” come le festività o altri momenti pur importanti, ma si misura nella quotidianità con cui viviamo il nostro rapporto con la Torà. Forse è questo il messaggio più importante che dobbiamo comprendere e interiorizzare nella festa di Shavuot.
Rav Ariel Finzi