DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 20 giugno 2024

«Oggi tutti riconoscono che sono Sinwar e i dirigenti di Hamas a ostacolare un accordo. La guerra può finire domani se si arrendono senza condizioni e se rilasciano gli ostaggi». Lo ha dichiarato il primo ministro Benjamin Netanyahu in un’intervista realizzata da un’associazione di giornali europei, tra cui Repubblica. Nel colloquio Netanyahu commenta il mandato di cattura richiesto dal procuratore della Corte penale internazionale contro di lui: «Se va avanti con le accuse, la Corte fomenta l’antisemitismo». Riguardo al futuro dei territori controllati dai palestinesi, «dovranno avere tutti i poteri per autogovernarsi, ma nessun potere di minacciarci». «Questo significa che in un prossimo futuro Israele dovrà mantenere il controllo della sicurezza, dal Giordano al mare. Se abbandonassimo il controllo che abbiamo sulla Giudea e la Samaria, l’Iran se ne impossesserebbe subito, tramite Hamas o altri gruppi islamisti».

Dal Libano intanto il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah avverte: «Nessun luogo di Israele sarà risparmiato dai nostri missili» in caso di guerra totale. Nasrallah, sottolinea il Giornale, ha minacciato anche di invadere la Galilea e avvertito Cipro di non aiutare lo Stato ebraico. Il Corriere riferisce della preoccupazione israeliana dopo la diffusione da parte di Hezbollah di un video che fotografa le strutture strategiche del porto di Haifa. Ad aver aiutato il gruppo terroristico nella raccolta di informazioni, oltre all’Iran, potrebbe esserci la Russia, afferma al quotidiano l’esperto militare Yoav Limor.

Lo stupro antisemita di una bambina ebrea di 12 anni è diventato un caso politico in Francia. Il presidente Emmanuel Macron ha denunciato il «flagello dell’antisemitismo», chiedendo questa settimana un’ora di approfondimento in tutte le scuole, riporta Repubblica. Marine Le Pen ha attaccato l’«estrema sinistra», parlando della «stigmatizzazione degli ebrei negli ultimi mesi attraverso la strumentalizzazione del conflitto israelo-palestinese». Un riferimento a Jean-Luc Mélenchon, leader della France Insoumise, che si è detto «inorridito» dallo stupro della giovane e dal «razzismo antisemita» (La Stampa). Meno di una settimana fa Mélenchon aveva definito «residuale» il fenomeno. «Nessuno può essere scusato di fronte a questa ondata di antisemitismo senza precedenti», avverte il rabbino capo di Francia, Haïm Korsia. Per Fiamma Nirenstein (Giornale) l’episodio rappresenta un simbolo della minaccia globale della retorica contro Israele e gli ebrei di questi mesi.

Ieri il Rassemblement national ha dovuto ritirare il sostegno al suo candidato Joseph Martin, del quale è riemerso un vecchio tweet antisemita. Per il Corriere un esempio di come il partito «sia ”meno normalizzato” di quanto Marine Le Pen e Jordan Bardella vorrebbero fare credere».

«Il Rassemblement National non è più un partito di estrema destra, ma è una formazione populista che sostiene gli ebrei e Israele. Mi prendo quindi le mie responsabilità affermando di votare per il partito di Marine Le Pen in un eventuale ballottaggio con il Nuovo Fronte popolare. La sinistra radicale, invece, è passata all’antisemitismo e all’antisionismo e questo rappresenta un pericolo». Lo afferma a La Stampa Serge Klarsfeld, avvocato ebreo francese, 88 anni, conosciuto come il “cacciatore di nazisti”. Sul timore di ipocrisie da parte del RN, Klarsfeld replica definendo una «vittoria nella lotta all’antisemitismo» il fatto che «i partiti di estrema destra in Europa sono diventati filo-sionisti». Assumendo questa posizione, conclude l’avvocato, «mi prendo i miei rischi. Nessuno può stabilire se io abbia ragione o no. Sarà il futuro a decidere».

Alcune associazioni universitarie, assieme all’Unione giovani ebrei d’Italia, hanno presentato a Milano un manifesto per la libertà di studio e contro i movimenti anti-Israele che occupano le accademie. Repubblica, Sole 24 Ore, Giornale e Libero riportano l’allarme del presidente Ugei Luca Spizzichino: dopo l’ondata di antisemitismo post 7 ottobre le università «sono diventate epicentro di odio e intolleranza». La richiesta dei firmatari del manifesto, siglato da 20 università e condiviso dalla ministra dell’Università Anna Maria Bernini, è bloccare i violenti e respingere le loro richieste di boicottaggio contro Israele.

«Sala senza ebrei», titola il Foglio raccontando come a Milano sia «sempre più forte la critica della comunità ebraica verso il sindaco e la giunta filo Pal», in particolare dopo la mozione del Consiglio comunale a favore del riconoscimento dello stato palestinese. Il presidente della Comunità ebraica della città, Walker Meghnagi, sottolinea il Foglio, ha accusato Sala «di strizzare l’occhio alle frange più estreme». Il sindaco, aggiunge Davide Blei, delegato per la comunicazione della comunità, «si sta mostrando ambiguo».

Da domenica 23 giugno a mercoledì 26 giugno torna a Roma la rassegna Ebraica, organizzata dalla Comunità ebraica della città. Primo appuntamento, segnala Repubblica, sarà l’inaugurazione alle 19.30 a Palazzo della Cultura in via del Portico di Ottavia, la mostra Visionari, tema di questa edizione della manifestazione.

Il comune di Bruxelles ha cancellato la partita fra la nazionale belga e quella israeliana in programma il prossimo 6 settembre nell’ambito della Nations League per questioni di sicurezza. La Federazione calcistica belga ha contestato questa decisione di Bruxelles (La Stampa).

«Ottant’anni dopo la sua tragica morte sotto tortura, la città di Roma ha voluto ricordare Leone Ginzburg, dedicandogli una via. Una decisione importante che sana una ferita nella memoria della città», scrive in una lettera al Foglio David Meghnagi, chiedendo ora un gesto simile per Enzo Sereni.

Il Famine Review Committee (Fre), organismo composto da studiosi di sicurezza alimentare e nutrizione, l’8 giugno «ha liquidato come non “plausibile” la conclusione che Gaza sia entrata in carestia. Si tratta dello stesso organismo che aveva detto a metà marzo che la carestia sarebbe stata “imminente” entro la fine di maggio», Lo riporta il Foglio.