DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 28 giugno 2024

Continua l’attenzione mediatica sull’inchiesta di Fanpage sulle nostalgie fasciste e l’antisemitismo tra le fila di Gioventù nazionale, il movimento giovanile di Fratelli d’Italia. Due esponenti del partito, Flaminia Pace ed Elisa Segnini si sono dovute dimettere dai loro incarichi, racconta il Corriere, riportando alcune condanne dei vertici di FdI. Libero parla di «pugno duro di FdI sui deliri antisemiti», mentre Domani, Repubblica e Stampa sostengono che gli interventi della leadership del partito siano fino ad ora insufficienti.

Il Corriere riporta anche la reazione della senatrice FdI Ester Mieli, ex portavoce della Comunità ebraica di Roma, oggetto di scherno da parte di alcuni esponenti di Gioventù nazionale. In merito ai filmati diffusi da Fanpage voglio precisare che, come senatrice della Repubblica italiana componente di FdI, non mi riconosco in quelle immagini, in quei comportamenti e in quelle parole. Non ritrovo la realtà che conosco di Fratelli d’Italia e Gioventù nazionale», afferma Mieli. «È evidente che la presenza di elementi nostalgici piegati a un passato riprovevole e criminale non mi appartengono. Le parole e i comportamenti sono per me motivo di condanna e di disapprovazione».

«Quando sei il partito di maggioranza, quando dici di voler rappresentare l’Italia ai tavoli europei, ecco, allora devi essere pulito dalle derive antisemite. Devi essere capace di fare pulizia, partendo dalle tue strutture interne». Così la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (Ucei) Noemi Di Segni commentando con il Foglio il caso Fratelli d’Italia. A colloquio con Repubblica il presidente della Comunità ebraica di Roma, Victor Fadlun, chiede al partito provvedimenti «tempestivi ed esemplari». Sarebbe importante, aggiunge, «se Giorgia Meloni si definisse antifascista». La Stampa intervista Riccardo Pacifici che minimizza, parlando di «ignoranza di quattro deficienti di Gioventù nazionale». Il Fatto Quotidiano riporta le recenti posizioni di Pacifici e del presidente della Comunità ebraica di Milano, Walker Meghnagi, a sostegno di Fratelli d’Italia.

Alain Finkielkraut, filosofo ebreo francese, definisce «strana e catastrofica» la scelta di Emmanuel Macron di tornare alle urne. Intervistato dal Corriere della Sera, Finkielkraut sottolinea: «Noi adesso ci ritroviamo con due blocchi estremi. A sinistra, i socialdemocratici hanno accettato di allearsi con la sinistra radicale, ovvero antisemita. Perché l’antisemitismo della France insoumise (il partito di Jean-Luc Mélenchon, ndr) non è marginale, è programmatico, è una scelta di società. E a destra abbiamo il Rassemblement national, che non è più un partito petainista, non è più la peste bruna. Ma va combattuto comunque. Per quel che è e non per quel che alcuni sognano che sia». Nonostante questo, «con la morte nel cuore», Finkielkraut afferma che tra un candidato di France insoumise e uno di Rn voterà il secondo.

«Il Pride senza ebrei a Milano» titola il Foglio, raccontando della «clamorosa decisione di Keshet Italia – Gruppo ebraico lgbtqai+ di non partecipare ai Pride italiani», tra cui quello del capoluogo lombardo. Il quotidiano riprende le dichiarazioni a Pagine Ebraiche di Raffaele Sabbadini, presidente di Keshet: «Non partecipare è stata una decisione sofferta, ma necessaria. L’atmosfera per noi all’interno del movimento è diventata invivibile». Denuncia ribadita ieri in una conferenza stampa proprio a Milano, raccontata dal Foglio e dal Giornale, a cui ha preso parte anche la Comunità ebraica locale in segno di solidarietà con Keshet e per denunciare il clima intimidatorio in città contro gli ebrei.

In Germania, su iniziativa del governo di Olaf Scholz, nel test per la cittadinanza sono stati inseriti quesiti sul riconoscimento del diritto all’esistenza dello Stato ebraico e alla protezione dell’ebraismo, racconta il Giornale. Inoltre è stata approvata, spiega il quotidiano, «una drastica semplificazione delle norme per l’espulsioni degli stranieri che elogiano il terrorismo jihadista».

Su La Stampa Elena Loewenthal presenta il tema del prossimo Torino Spiritualità (25-29 settembre 2024): in occasione dei suoi vent’anni, la rassegna «si confronta con l’imperfezione, l’errore, l’inciampo in un corpo, a corpo che sarà pieno di pensieri, suggestioni, ironia».