DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 5 luglio 2024
«Siamo pronti a governare», ha dichiarato Keir Starmer, leader dei laburisti, dopo il trionfo del suo partito alle urne. Definito dal Corriere «l’uomo che non fa promesse e vuole cambiare il paese», Starmer è stato procuratore generale per Inghilterra e Galles. Repubblica ne parla come il leader che ha ripulito «il partito dai sentimenti antiamericani, anticapitalisti e antisemiti cresciuti all’ombra» del predecessore Jeremy Corbyn. Musulmani britannici e giovani socialisti, scrive ancora Repubblica, «lo accusano di non criticare abbastanza Israele nella guerra di Gaza, ma in effetti è sulle medesime posizioni di Usa e Ue: condanna i massacri di Hamas, appoggia uno Stato palestinese, si dice pronto ad accettare i verdetti della Corte Internazionale dell’Aia, che accusa il premier israeliano Netanyahu di crimini contro l’umanità».
Sia Repubblica sia Corriere tornano sull’identità ebraica della moglie di Starmer, Victoria. «La sua influenza su Keir non deve essere piccola», sostiene Repubblica, «se lo ha convinto a scegliere anche per i figli la fede ebraica; e se lui dice di voler passare il venerdì sera in famiglia anche da capo del governo, per celebrare insieme l’inizio dello Shabbat».
Sulle posizioni laburiste sul conflitto Israele-Hamas Repubblica intervista David Lammy, probabile prossimo capo della diplomazia britannica. «Cessate il fuoco immediato così come il rilascio degli ostaggi e aumentare gli aiuti umanitari nella Striscia», è la linea del futuro governo. Sul riconoscimento dello stato palestinese «dovrà ovviamente avvenire. Ma è parte di un processo che deve includere uno Stato di Israele protetto e al sicuro. A oggi, non abbiamo nessuno dei due».
«Le forze politiche semplicemente non lo vedono, l’antisemitismo. Eppure noi con il nostro osservatorio da anni lo diciamo: è una presenza diffusissima, ce l’hanno dentro un po’ tutti i partiti», sottolinea al Foglio il direttore della Fondazione Cdec Gadi Luzzatto Voghera in un’intervista al Foglio. Per lo storico, «i partiti dovrebbero riconoscere ed espellere queste derive al loro interno». Sulle università, «quando i rettori dicono di non essere contro Israele dicono una falsità. Altro che rischio di dual use militare: basta pronunciare `Isr…’ e ti bloccano tutti i progetti, anche in ambiti che non c’entrano niente con le armi».
«I libri neri dell’antisemitismo», titola La Stampa, ricostruendo chi, tra editori e librerie, pubblica e vende in Italia libri che inneggiano al nazismo e negano la Shoah.
Israele sta analizzando una nuova proposta di Hamas per una tregua, riporta Avvenire. Il gruppo terroristico «avrebbe rinunciato alla richiesta di completo ritiro dei militari israeliani da Gaza nella prima fase del cessate il fuoco». Ora inizia un nuovo periodo «di passi avanti e indietro, false partenze e speranze», scrive il Foglio in merito ai negoziati. E aggiunge: «Questo è il momento della pressione che va esercitata su Hamas, tenendo ben presente che qualunque accordo rischia di essere un pessimo accordo per Israele e il futuro dello stato ebraico, senza intaccare il potere di Hamas, è sempre di più una questione di sicurezza internazionale». Della questione israelo-palestinese parla anche il Sole 24 Ore, riportando i dati di una ong americana, Acled, su attacchi compiuti da estremisti israeliani.
La Camera ha approvato la mozione di maggioranza sul conflitto in Medio Oriente, che impegna il governo «a sostenere nelle opportune sedi iniziative finalizzate al riconoscimento dello Stato di Palestina nel quadro di una soluzione negoziata fondata sulla coesistenza di due Stati sovrani e democratici». Respinte le sei diverse mozioni di Avs, +Europa, Iv, Pd e M5S che chiedevano il riconoscimento della Palestina, scrive il Giornale.
«Una saga famigliare, un libro di storia, una commedia dei costumi, una storia d’amore, leggende chassidiche, un racconto soprannaturale», così Cristina Marconi sul Foglio descrive Fervore (Neri Pozza), romanzo d’esordio del britannico Toby Lloyd. Per Marconi Fervore rappresenta uno dei più intensi affreschi dell’ebraismo contemporaneo.
Sul Foglio si fa un resoconto sul nuovo intervento di Roger Waters, pieno di bugie e odio su Israele e il 7 ottobre. In un’intervista online, Waters nega le atrocità di Hamas, le definisce resistenza, nega gli stupri compiuti contro le donne israeliane.