DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 15 luglio 2024

«Paese sotto choc dopo l’attentato a Donald Trump, c’è il rischio instabilità. Molti giustificano gli atti di violenza», commenta al Corriere della Sera il politologo Ian Bremmer, parlando dell’attacco di sabato al candidato repubblicano. Del timore di una più ampia esplosione di violenza scrive anche il direttore di Repubblica Maurizio Molinari. Sia Trump sia il presidente Joe Biden hanno invitato «alla ragionevolezza, all’unione ed alla moderazione, denunciando la violenza politica, ma saranno solo le prossime settimane a dirci se non arrivano troppo tardi», scrive Molinari.

Secondo il Giornale anche in Italia «scatta l’allerta sui possibili obiettivi americani». Il quotidiano ricorda come dal 7 ottobre la sicurezza sia già stata aumentata per i luoghi ebraici e legati a Israele.

Non è chiaro il destino di Mohammed Deif, il capo delle Brigate Al Qassam, numero due di Hamas a Gaza. Secondo alcune fonti sarebbe stato ucciso in un attacco israeliano sabato, secondo altre è sopravvissuto. «L’abbiamo trovato, troveremo anche i prossimi in fila», ha commentato il capo dell’esercito Herzl Halevi, riporta La Stampa. In ogni caso, evidenziano Corriere della Sera e Repubblica, Hamas ha deciso di non ritirarsi dai negoziati per la tregua in corso a Doha e al Cairo.

È stato ucciso Rafa Salameh, il capo delle Brigate Khan Yunis di Hamas, l’altro obiettivo dell’attacco israeliano di sabato nel sud di Gaza. Per l’intelligence israeliana, «era uno dei responsabili della gestione degli ostaggi e teneva le comunicazioni con il capo di Hamas nella Striscia, Yahya Sinwar», spiega La Stampa.

Intervistato da Repubblica, Gershon Baskin, tra i negoziatori israeliani del rilascio del soldato Gilad Shalit, definisce «lontanissima» la possibile intesa tra Israele e Hamas su ostaggi e tregua. Secondo Baskin per il premier Benjamin Netanyahu «la priorità non è la trattativa», ma «vuole dimostrare a Trump di essere forte, l’alleato giusto, colui che non si piega ai terroristi».

Un convegno organizzato per martedì prossimo dall’Intergruppo parlamentare «per la Pace tra la Palestina e Israele» ha generato molte polemiche. In particolare per la presenza dell’avvocato Nicola Quatrano, che aveva attaccato la senatrice a vita Liliana Segre definendola una «psicopatica». Il Corriere segnala come la partecipazione di Quatrano sia alla fine saltata, mentre ci sarà, Shazam Jabarin, «la cui contiguità al terrorismo», denuncia Fratelli d’Italia, «è stata più volte oggetto di sanzioni internazionali e certificata dalla Corte suprema israeliana».

«Facevano calpestare il talled (lo scialle usato dagli ebrei per la preghiera) ai passanti». È quanto accaduto, scrive Repubblica Roma, a Porta Portese. «In mezzo a due banchetti gestiti da un gruppo di arabi viene disteso in terra un mantello bianco a strisce azzurre con incisa una scritta in ebraico. L’obiettivo è chiaro, fare in modo che chi passi lo calpesti, l’offenda», riporta Repubblica. Sul caso, denunciato da una testimone, indaga ora la Digos.

Su Newsweek Hamza Howidy, fuggito da Gaza perché perseguitato da Hamas, denuncia i silenzi dei «media arabi e occidentali e delle organizzazioni internazionali per i diritti umani» sui crimini compiuti nell’enclave palestinese dal gruppo terroristico. Il pezzo è ripreso dal Foglio, che richiama anche la riflessione di Matti Friedman su Free Press su come conoscere la Shoah non abbia vaccinato l’Occidente dall’antisemitismo.

II regista Amos Gitai presenta al Taormina film festival il suo ultimo film Shikun, metafora del conflitto in Medio Oriente, e ne parla con La Stampa.

Il Festival internazionale delle letterature in corso a Roma è dedicato a La Storia, il romanzo di Elsa Morante pubblicato nel 1974. Lo scrittore israeliano Roy Chen, ospite della rassegna, su La Stampa immagina di incontrare in aereo i protagonisti del libro di Morante.