DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 17 luglio 2024
Il profilo di J.D. Vance, designato da Donald Trump come suo vice alla Casa Bianca in caso di vittoria repubblicana, sembrerebbe quello di un sostenitore «senza tentennamenti» di Israele. Ma il nitore del suo sostegno «cambia quando si parla di lotta contro l’antisemitismo», sostiene il Foglio, citando «le allusioni al miliardario ebreo George Soros», la difesa «seppur blanda» dell’adunata neonazista a Charlottesville in cui nel 2017 venne uccisa una donna, il supporto «esplicito» nei confronti della deputata della Georgia Marjore Taylor Greene «che ha diffuso cospirazioni antisemite e banalizzato l’Olocausto». Trump, titola il Foglio, «non è la salvezza né di Israele né degli ebrei americani».
Per quanto riguarda il tycoon, Repubblica riferisce della possibile esistenza di un complotto iraniano per assassinarlo, ben prima dell’attacco di sabato scorso durante il comizio in Pennsylvania. Non «è la prima volta che Teheran minaccia alti funzionari americani», ricorda Repubblica. Ad esempio dopo che il capo delle guardie rivoluzionarie iraniane Qassem Soleimani fu ucciso nel 2020, “il Dipartimento di Giustizia sventò un complotto per uccidere John Bolton, consigliere per la Sicurezza nazionale, e l’ex segretario di Stato Mike Pompeo”. Entrambi «restano sotto scorta».
I parenti di cinque soldatesse israeliane rapite da Hamas hanno diffuso alcune foto della loro prigionia, recuperate dall’Idf nel corso delle operazioni militari a Gaza. «Le immagini fotografano l’angoscia di Liri Albag, Karina Ariev, Agam Berger, Daniela Gilboa e Naama Levy», racconta Repubblica. «Le ragazze, tra i 19 e i 20 anni, stavano svolgendo il servizio di leva. Le prime quattro appaiono in una stanza sedute su materassini per terra. Di Naama è stata pubblicata un’immagine separata».
«È lecito criticare Israele per il modo con cui sta conducendo questa guerra e per le vittime civili che produce», scrive l’ex sottosegretario Mario Giro su Domani. «Tuttavia una cosa appare chiara: tutto lo sforzo israeliano è concentrato sulla protezione del proprio popolo mentre Hamas “usa” il proprio popolo per sé stessa, come scudo e vittima sacrificale». E chi è disposto a sacrificare i propri connazionali «non è degno di rappresentarli».
Lo storico Georges Bensoussan, intervistato dal Foglio, si sofferma sulla “etnicizzazione” dei consensi andati in Francia al populista di sinistra Jean-Luc Mélenchon. «Per la prima volta dal 1945, c’è stato un voto comunitario: il 62 per cento dei musulmani ha votato per Mélenchon. Le periferie islamizzate, che fino ad ora avevano votato poco, hanno iniziato a votare in massa», ricostruisce Bensoussan. Il leader della France Insoumise sta così raccogliendo i frutti di una strategia deliberata «per ottenere i voti che gli sono mancati nel 2022 per raggiungere il secondo turno delle elezioni presidenziali». Ciò, aggiunge Bensoussan, «spiega l’ossessione per Gaza e “la Palestina” durante la campagna elettorale».
Il tribunale di Firenze ha concesso il perdono giudiziale ai 19 indagati, tutti minorenni all’epoca dei fatti, per la chat antisemita “Shoah Party” di cui nel 2019 parlò tutta Italia con sdegno. Eliminata l’opzione della messa alla prova «perché tardiva e quindi inutile», i giudici hanno ritenuto che procedere diversamente avrebbe costituito «una soluzione incompatibile con la ragionevole durata del processo penale e con la particolare esigenza di celerità dei processi a carico dei minorenni» (La Stampa).
Dopo l’approvazione da parte di Palazzo Chigi, il Senato ha dato il via libera al disegno di legge per la realizzazione a Roma di un Museo del Ricordo. Per il sì definitivo il ddl passerà ora alla Camera. Il museo sarà dedicato «alle stragi di italiani compiute dai partigiani comunisti jugoslavi di Tito e all’esodo dei nostri connazionali che lasciarono in massa l’Istria, Fiume e la Dalmazia» (Corriere della Sera).