DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 19 luglio 2024

Un drone è esploso stanotte nel centro di Tel Aviv, colpendo un edificio vicino all’ambasciata americana e provocando un morto e vari feriti. L’attacco è stato rivendicato dai terroristi Houthi dello Yemen, che hanno lanciato in tutto un missile balistico e quattro droni, tutti intercettati tranne quello che ha raggiunto Tel Aviv. Secondo il portavoce militare, l’aviazione non è riuscita a disinnescarlo «a causa di un errore umano». Ron Huldai, il sindaco di Tel Aviv, ha proclamato lo stato di massima allerta.

In una intervista con Repubblica, il sindaco di centrosinistra di Udine Alberto Felice De Toni respinge l’accusa di antisemitismo nella decisione di non concedere il patrocinio alla partita di calcio tra Italia e Israele. «Intendiamo tenere Udine lontana da divisioni e scontri in materia di geopolitica, che peraltro esula dalle nostre competenze», sostiene il primo cittadino. E così, prosegue De Toni, «abbiamo preso come stella polare il punto di vista dell’Onu che ha dichiarato sia Hamas che Israele responsabili di crimini di guerra».

«La scelta di Adidas non è Bella», titola il Foglio. In un articolo si racconta della decisione dell’azienda di rilanciare le scarpe da corsa presentate per le Olimpiadi di Monaco del 1972, passate alla storia soprattutto per il massacro di atleti e allenatori israeliani da parte di terroristi palestinesi entrati nel villaggio olimpico. La testimonial individuata da Adidas è Bella Hadid, «modella americana che ha lo status di rifugiata palestinese» e la cui famiglia definisce Israele uno stato in cui si pratica «apartheid».

Trent’anni fa, a Buenos Aires, l’attentato al centro ebraico Amia uccideva 85 persone e ne feriva oltre 300. «Si trattò del più grave attentato della storia argentina», ricorda il Giornale, segnalando come le inchieste della magistratura abbiano rilevato «il probabile coinvolgimento di Hezbollah».

Il regista Marco Pontecorvo racconta alla Stampa alcuni progetti su cui sta lavorando. Tra gli altri la trasposizione cinematografica del caso Kaufmann, dal libro di Giovanni Grasso. «È la storia tragica di un amore negato», spiega Pontecorvo. «Un ebreo, Kaufmann, viene condannato a morte dalla corte di Norimberga per il reato di “inquinamento razziale”, perché dicono abbia fatto l’amore con una ragazza ariana»