DAFDAF ESTATE – Aria

La seconda estate di DafDaf, nel 2012, è stata dedicata agli elementi: aria, acqua e terra. Sperimentavamo contenuti adatti alle vacanze, e per la nuova testata estiva, sempre disegnata da Paolo Bacilieri e colorata da Viola Sgarbi, abbiamo cercato contenuti giocosi, leggeri, adatti al caldo e alle lunghe giornate estive. Gli elementi comparivano in copertina grazie all’arte di Luisa Valenti, che per tanti anni ha regalato le sue opere al giornale ebraico dei bambini, e venivano poi ripresi in tutte le rubriche.

Questa settimana vogliamo ricordare la competenza e la generosità di Nedelia Tedeschi z.l., cui ancora adesso sono dedicati i numeri di DafDaf: riprendiamo quanto aveva scritto per il primo numero estivo del 2012.

Nedelia, che era stata l’anima e il cuore de Il giornale PER NOI, per DafDaf si trasformava nella Morà Dafdafà, pronta a spiegare, intrattenere ed educare con leggerezza e allegria, i suoi giovani lettori. Ancora una volta grazie, quindi, Nedelia cara.

E a voi, come sempre, buona lettura!

a.t.

La mora Dafdafà – Aria

Carissimi, siamo in vacanza, sì o no? 

Eppure mi hanno dato un incarico molto impegnativo: parlarvi dell’aria. 

Sono subito andata a consultare un dizionario pesantissimo e ho letto: 

ARIA= atmosfera che avvolge la terra fino a un’altezza di 300 km. costituita da una miscela gassosa in cui prevalgono azoto e ossigeno. Che parole difficili! 

Mi è venuto in mente un episodio della Torah che si trova alla fine della parashah di Noach e che mi ha sempre interessato: la costruzione della Torre di Babele. 

Perché dovete sapere che la popolazione che viveva allora e che parlava una sola lingua si era messa in testa di costruire una torre così alta, ma così alta, da attraversare tutta l’atmosfera, cioè l’aria che avvolge tutta la Terra e giungere così fino al cielo infinito! 

Che impresa ragazzi! 

Ma il Signore vide in quest’impresa un’ambizione e una volontà di potenza esagerate e interruppe tale costruzione, e per punizione fece sì che gli uomini parlassero tante lingue diverse e non si capissero più. 

Questa punizione mi è sempre dispiaciuta molto perché io ho difficoltà ad imparare le lingue straniere, anzi, a dir la verità, non ne ho mai imparata una. 

Insomma, nessuno capiva più niente di quel che diceva l’altro, come potete constatare da questa mia filastrocca.

 

La Torre di Babele

C’era un giorno un Tal Signore

che a una torre lavorava;

sempre allegro era il suo umore,

ben cogli altri si trovava.

 

Ma un bel giorno, anzi assai brutto, 

giunto al posto di lavoro,

sentì grida dappertutto,

di proteste come un coro.

 

“Ma che cosa avviene mai?”

chiese, e un altro “Non capisco” 

“Ciao” “Shalom” “Bonjour” “Good-bye” 

“Cosa dite? Io impazzisco!”

 

Un diceva: “Qui i mattoni”; 

l’altro invece gli portava 

ago, filo e due bottoni

e la tuta gli aggiustava

 

Un gridava “Ov’è il martello?” 

ed i suoi garzoni svelti

gli portavano un cestello

pien di funghi freschi e scelti.

 

Ed il capo: “Lavorate!

Si trasporti terra e ghiaia”. 

Ma capiron: di patate

qui portatemi sei paia.

 

Il geometra adirato: 

“Misurate quel terreno!”. 

Ma risposero: “Avvocato, 

certo aggiusteremo il freno”.

 

L’ingegnere urlò stizzito: 

“Il progetto dov’è andato?” 

gli portarono un invito 

per gustar caffè e gelato.

 

Il padrone dell’impresa

gridò allora fuori di sé:

“Non sto più dentro la spesa!” 

“Già, Ja, Sì, Da, Ken, Oui, Yes”

 

Fatto sta che da quel dì

non ci fu più alcun accordo, 

più nessun l’altro capì, 

ciascun era come sordo.

 

Ancor oggi il Signor Tale

gira e cerca, e ancor gli occorre 

un che non capisca male

per finire quella torre.

 

Nedelia Tedeschi