DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 23 luglio 2024
«Netanyahu negli Usa in cerca del sostegno bipartisan», titola la Stampa, raccontando del viaggio a Washington del primo ministro israeliano, che domani interverrà al Congresso. «Ostaggi, armi, negoziati. Bibi cerca la sponda Usa», sintetizza il Giornale.
Secondo il Corriere la visita di Netanyahu rappresenta il «primo test» per il presidente Joe Biden, dopo l’annuncio del suo ritiro dalla corsa alla Casa Bianca in favore della sua vice, Kamala Harris. Biden, spiega il quotidiano, potrebbe usare gli ultimi mesi di presidenza «per forzare i tempi per la conclusione di un accordo con Hamas che porti al cessate il fuoco e alla liberazione degli ostaggi. Ma questo ragionamento vale anche per il numero uno di Israele. Netanyahu ha l’occasione di scavalcare quella che finora è stata l’ingombrante sagoma di Biden. Ha la possibilità di rivolgersi direttamente all’audience allargata del Congresso».
L’esercito israeliano ritiene molto probabile la morte di Mohammed Deif, capo dell’ala militare di Hamas. «Per il gruppo terroristico, darne conferma vorrebbe dire indebolirsi, ammettere che al tavolo dei colloqui per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi a cui giovedì torneranno i negoziatori israeliani, il gruppo della Striscia arriva ferito», scrive il Foglio. Secondo il quotidiano, «l’intelligence israeliana in queste settimane sta dando prova di efficienza, non sappiamo nulla sulla sorte di Deif, ma l’attacco al porto yemenita di Hodeidah è stato eseguito in modo tale che i nemici dello stato ebraico si rendano conto che Israele sa come colpire, non è vulnerabile e non conviene superare la sua soglia di sopportazione».
In una lettera al Corriere della Sera, David Blei, delegato alla Comunicazione della Comunità ebraica di Milano, descrive la situazione di Israele attaccato da più paesi, ma le reazioni alle aggressioni lo fanno apparire come il paese che agisce per primo. «Grazie ai media sembra che sia sempre Gerusalemme ad attaccare per prima», denuncia Blei, portando l’esempio dell’attenzione data alla reazione israeliana all’attacco huthi.
«Se c’è una prospettiva di una Gaza senza Hamas lo si deve a una epica popolare e finale di Netanyahu», scrive sul Foglio Giuliano Ferrara, ricostruendo la vita politica del primo ministro israeliano.
Il fascismo è il tema centrale dell’intervista del Corriere della Sera al presidente del Senato Ignazio La Russa. Si chiede ad esempio quando La Russa abbia «smesso di sentirsi fascista». «Nel 1995 a Fiuggi facemmo i conti con il fascismo e fui tra i protagonisti di quella svolta. Ma il mio atteggiamento forse troppo benevolo verso il Ventennio era già mutato da tempo, fin dai 18 anni», afferma La Russa. Il presidente del Senato dichiara di aver cambiato atteggiamenti «quando mi resi conto delle leggi razziali. In me scattò qualcosa, che fu amplificato dalla conoscenza della comunità ebraica». La Russa ricorda la sua amicizia con la famiglia dell’attuale presidente della Comunità ebraica di Milano, Walker Meghnagi. «Perché non si dice antifascista?», chiede il giornalista. «Perché non accetto di rispondere come una scimmietta ammaestrata, oltre che per il ricordo degli anni Settanta. Mi riconosco nei valori della libertà, del rifiuto del razzismo e dell’antisemitismo, seguo i dettami della nostra Costituzione».
Nessuno scossone tra i vertici di Gioventù nazionale in Puglia, racconta il Corriere. Nonostante l’inchiesta su apologia di fascismo e antisemitismo e le promesse sanzioni, «l’associazione non solo non si è fermata, ha anche incrementato le sue attività», scriver il quotidiano. «E soprattutto la sua presidente Ilaria Partipilo, 24 anni, al centro dello scandalo per alcuni messaggi offensivi alle persone affette dalla sindrome di down e agli ebrei, definiti «infami», è rimasta al suo posto».
Dopo l’aggressione a Torino di alcuni militanti di CasaPound contro il giornalista Andrea Joly, molte voci della città chiedono la chiusura del circolo del gruppo neofascista a San Salvario. «L’apologia di fascismo è un reato secondo la legge italiana così come fare il saluto romano o cantare Faccetta Nera. E un circolo che legittima questi comportamenti non può essere legale» dice il rabbino capo di Torino Ariel Finzi a La Stampa. Nella capitale invece durante la recente festa per l’anniversario della fondazione della società As Roma, tifosi romanisti hanno fatto saluti romani ed esposto simboli fascisti (Repubblica).
«Gli atleti israeliani non sono i benvenuti ai Giochi Olimpici di Parigi. Dobbiamo usare questo evento e tutte le leve che abbiamo per mobilitarci». Sono le parole di Thomas Portes, deputato in vista della France insoumise (Lfi) alla vigilia dell’inaugurazione delle Olimpiadi (Foglio e Giornale). Yonathan Arfi, presidente del Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche, ha puntato il dito contro Portes che «dal 7 ottobre legittima Hamas» e sta «mettendo un bersaglio sulla schiena» degli sportivi israeliani. Da Bruxelles, il ministro degli Esteri francese, Stéphane Séjourné, ha denunciato le dichiarazioni del deputato Lfi, definendole «irresponsabili e pericolose” e affermando che la delegazione israeliana «è benvenuta».